Senigallia

«Non c’è ancora la parola fine sull’impianto dei rifiuti al Cesano di Senigallia»

Sul progetto della Eco Demolizioni, Fratelli d'Italia accusa l'amministrazione: troppe ombre su un iter ancora aperto. Fermo il "no" anche se fosse realizzato nei comuni della valle del Misa

SENIGALLIA – Non è ancora stata scritta la parola “fine” per quanto riguarda la vicenda dell’impianto per il trattamento dei rifiuti urbani speciali non pericolosi al Cesano di Senigallia. A sostenerlo è il gruppo cittadino di Fratelli d’Italia che interviene sul tema spiegando perché l’iter sia ancora valido e attaccando l’atteggiamento dell’amministrazione comunale, colpevole di aver lasciato ancora troppe ombre.

«La questione non è ancora chiusa perché la società proponente (la ditta Eco Demolizioni srl, Ndr) – sostiene Massimo Bello, esponente FdI anche nel consiglio di Ostra Vetere e dell’Unione dei Comuni – ha richiesto l’archiviazione del procedimento con una lettera di appena due righe lo scorso 6 settembre; la Provincia di Ancona ha risposto martedì 17 chiedendo a quale iter si riferisse. Ciò significa che sono in piedi due procedimenti, quello del dicembre 2018 e quello dello scorso agosto. Ancora la ditta deve rispondere quindi non siamo ancora davanti alla fine della vicenda».

Ma non sono solo gli aspetti formali – che però in questo caso coincidono anche con la sostanza – a preoccupare Liverani, Rabini, Da Ros e Bello. Fratelli d’Italia, recentemente attaccata dal Partito della Rifondazione Comunista di Senigallia, si è concentrata anche sul fatto che l’amministrazione comunale si vuole impegnare a individuare un altro sito per l’impianto. «Una posizione ambigua – commenta Bello – perché pubblicamente hanno sostenuto di voler fermare il procedimento ma la vera volontà è andare avanti».

«Il fatto è che Senigallia non necessita di questo impianto che riceverà rifiuti provenienti anche da fuori comprensorio, forse anche da fuori regione: è giusto innanzitutto che ognuno si tenga i propri. Inoltre nel progetto del Cesano, solo il 18% dei quantitativi sarebbero dovuti ai materiali spiaggiati, quindi il resto era evidentemente altro che a noi non deve interessare. Ma un impianto per trattare i rifiuti causati dalle piogge e dalle mareggiate già Senigallia ce l’ha a Marzocca: finora ha nessuno si era posto la questione se fosse sufficiente, nessuno ha dimostrato che non lo sia».

Tra le ipotesi che circolano negli ultimi giorni, c’è anche quella che vedrebbe l’impianto per il trattamento dei rifiuti posizionato in un territorio limitrofo a Senigallia. «Noi diciamo “no” all’impianto sia a Senigallia, sia nei comuni della vallata. Non possono diventare la pattumiera della Regione, tanto è vero che già sono state presentate mozioni anche negli altri consigli comunali».

Dunque troppe ombre ancora su un iter procedurale iniziato nel silenzio e finito con forti proteste, come è normale che avvenga quando l’argomento è il trattamento dei rifiuti. «Evidentemente li abbiamo beccati con le mani nella marmellata – conclude Bello – perché oltre alla pantomima per far finta di essere dalla parte dei cittadini, le cose non stanno come sono state raccontate. La partita è ancora aperta».

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