Senigallia

La miniera (e la Cina) che non c’è più in una mostra fotografica ad Arcevia

Esposti gli scatti di Giuseppe Chiucchiù che il reporter fece oltre 20 anni fa ai minatori in un villaggio della provincia di Guizhou, un documento storico che segna una specie di gemellaggio con Cabernardi

Una delle fotografie di Giuseppe Chiucchiù ai minatori cinesi di Guizhou esposte ad Arcevia
Una delle fotografie di Giuseppe Chiucchiù ai minatori cinesi di Guizhou esposte ad Arcevia

ARCEVIA – Fino al 24 settembre prossimo l’Atelierphos, a Castiglioni di Arcevia, ospita una mostra fotografica tratta da un raro reportage realizzato oltre venti anni fa in Cina, nella provincia del Guizhou, dal giornalista Giuseppe Chiucchiù. La rassegna, dal titolo “Cina. I minatori della provincia di Guizhou”, raccoglie una sequenza di straordinari scatti eseguiti in un piccolo e remoto villaggio del distretto di Pingba, all’interno di una miniera di carbone gestita dagli abitanti con metodi arcaici. 

Si tratta di fotografie scattate in condizioni estreme, nelle viscere della terra, in cunicoli bassi e bui: un materiale che per la sua peculiarità rappresenta una sorta di documento storico. La fortissima evoluzione degli ultimi decenni (nel corso dei quali il Guizhou ha trasformato la sua struttura produttiva ed ha assunto una funzione trainante per l’economia cinese, arrivando ad essere una delle prime regioni del Paese per il tasso di crescita del Pil) ha ormai relegato nelle pieghe della storia le immagini di quei cunicoli nei quali i minatori, fra loro anche dei bambini, trascinavano il carbone raccolto in cesti di vimini per portarlo all’esterno.

Quella miniera ancestrale forse oggi non esiste più, e quelle colte da Chiucchiù sono state probabilmente le ultime fotografie che ci restituiscono un tempo e un contesto ambientale pressoché scomparsi in una Cina che conservava all’epoca, in quelle località periferiche nelle quali era rarissimo imbattersi in visitatori europei, le tracce visibili del suo passato, oltre ai colori e al fascino dei costumi e delle usanze di comunità linguistiche ed etniche di antica origine, come quella dei Dong o quella dei Miao, oggetto quest’ultima di un’altra sensazionale sequenza di scatti di Giuseppe Chiucchiù.

Quelle raccolte nella mostra di Atelierphos sono foto che Chiucchiù aveva realizzato e “salvato” con tremore, dopo un avventuroso viaggio condotto in parte in corriera o su mezzi di fortuna; foto che dopo il suo rientro in Europa avevano trovato spazio su importanti testate giornalistiche italiane e tedesche.

Emblematico il fatto che la mostra, che occuperà l’intera estate di Castiglioni, piccola gemma incastonata fra i monti e i castelli arceviesi, si tenga in concomitanza con le iniziative che a corta distanza dalla stessa Castiglioni, ovvero tra Sassoferrato e Cabernardi, ricordano il 70mo anniversario (1952-2022) dell’occupazione della miniera di Cabernardi. Mondi e accadimenti lontani nel tempo e nello spazio, che richiamano situazioni assai diverse ma hanno un denominatore comune: il complesso rapporto fra l’uomo e la terra, dalle cui viscere vengono tratte risorse preziose a prezzo di lavoro, sacrificio e rischio.

La mostra è visitabile tutti i giorni tra le 10 e le 21. L’ingresso è libero. Possibili anche visite guidate in italiano, inglese e tedesco, previa prenotazione giuseppe@chiucchiu.it. Alle visite guidate, anch’esse gratuite, sarà presente l’autore.

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