MONTEMARCIANO – Un ulivo, archetipo di pace, rinnovamento e della forza vitale capace di rigenerare nuova vita, piantumato nella caserma carabinieri di Montemarciano per preservare la memoria di due eroi contemporanei – l’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci e il maresciallo Oreste Leonardi, rispettivamente autista e capo scorta dell’onorevole Aldo Moro – trucidati nella strage di via Fani il 16 marzo 1978.
Si è aperta con la benedizione dell’ulivo da parte del vescovo della diocesi di Senigallia monsignor Francesco Manenti, l’iniziativa nazionale “Adotta un eroe” promossa dall’Associazione Domenico Ricci in memoria dei caduti di via Fani in collaborazione con l’Arma dei carabinieri e il patrocinio della Regione Marche.
Nel suo intervento, il comandante della Legione carabinieri Marche generale di brigata Nicola Conforti ha sottolineato l’importanza di consegnare ai giovani un pezzo di storia contemporanea.

«Nella motivazione del conferimento della medaglia d’oro al valor civile per l’appuntato Domenico Ricci e il maresciallo Oreste Leonardi c’è la parola “abnegazione” – ha detto Conforti – cioè il dedicarsi a virtù contrarie all’egoismo. Loro hanno sacrificato il bene estremo per l’altro. Quello che si chiede a voi giovani non è il sacrificio, ma il non girarsi dall’altra parte. Il senso civico è altruismo, fare le cose insieme, per gli altri. Essere e fare comunità. Così come noi carabinieri facciamo, ci mettiamo nei panni altrui».
Le celebrazioni per tenere viva la memoria delle vittime delle stragi e del terrorismo sono portate avanti su tutto il territorio nazionale dal cavalier Giovanni Ricci, figlio dell’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci e presidente dell’associazione. «Nella motivazione della medaglia d’oro a mio padre c’era scritto “sacrificando la propria vita per i nobili ideali…”. Ecco, per mio papà essere carabiniere significava fare bene il proprio lavoro, anche se questo implicava sacrificare la famiglia, il tempo con noi».

Poi, nel ringraziare quanti si sono spesi per l’organizzazione della cerimonia – dai carabinieri della Stazione di Montemarciano al Liceo artistico Mannucci per la targa, la ditta Mattòli di Jesi per il basamento, la ditta Francolini Primo per la sistemazione dell’area e la Edil Shar di Fari Ferati per aver donato l’ulivo all’associazione – il presidente Ricci ha sottolineato il valore dell’altruismo. «Oggi esiste ancora l’altruismo. Non lo si fa per apparire, ma per essere. Per dimostrare la propria abnegazione».
E in conclusione, ricordando che Aldo Moro e la moglie Eleonora Chiavarelli si sposarono a Montemarciano, ha aggiunto: «Pochi sanno che Aldo Moro è il padre del primo articolo della nostra Costituzione: lui volle fortemente quel secondo comma “la sovranità appartiene al popolo” che significa che noi tutti siamo l’Italia, siamo la Repubblica. Per far parte integralmente, moralmente e rettamente di un Paese dobbiamo essere forti, partecipativi e propositivi».
L’iniziativa “Adotta un eroe”, resa possibile dall’entusiasmo e dall’impegno di tutti i carabinieri della Stazione di Montemarciano che si sono spesi in prima persona, è rivolta in particolare ai giovani: per questo non sono voluti mancare 90 alunni dell’Istituto comprensivo Montemarciano-Monte San Vito.

Il consigliere regionale Marco Ausili nel ricordare l’istituzione della legge regionale per le vittime del dovere, ha parlato ai ragazzi di abnegazione: «C’è chi si preoccupa della vostra felicità – ha detto – in un cammino di vita ci sono libertà e diritti, ma anche la bellezza e la giustezza del rispetto».
Il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali nel suo saluto ha sottolineato il valore della libertà e della democrazia («va sempre difesa, purtroppo anche a rischio della vita»), ricordando poi l’importanza delle radici: la moglie dell’onorevole Moro era originaria di Montemarciano e proprio qui la coppia celebrò il matrimonio nel 1945; l’autista del presidente della Dc, appuntato Domenico Ricci era di Staffolo ma anche il capo delle Brigate Rosse che perpetrò la strage di via Fani era di Ascoli Piceno.









Alla presenza delle più alte cariche civili, militari e religiose – tra cui la medaglia d’Oro al Valor militare generale di Corpo d’armata Rosario Aiosa, il prefetto vicario Davide Garra, il vescovo di Senigallia Monsignor Francesco Manenti, il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali, i sindaci di Montemarciano Maurizio Grilli, di Monte San Vito Thomas Cillo e di Staffolo Sauro Ragni – è stata poi apposta una targa commemorativa realizzata dagli insegnanti Samuele Verdecchia e Alessandro Belardinelli del Liceo artistico Mannucci di Jesi, a suggellare la memoria e il legame con la comunità di Montemarciano.
È seguito un momento di raccoglimento e preghiera accompagnato dalle struggenti note del silenzio militare, suonato dal carabiniere trombettiere Marianna Gallucci, effettiva alla Stazione di Montemarciano. È stato quindi rivolto agli studenti presenti dell’Istituto comprensivo Montemarciano-Monte San Vito un appello a rendersi ambasciatori della memoria, “adottando” nei loro ricordi gli eroi di via Fani per creare un ponte ideale e indissolubile tra il passato e il futuro.
«L’ulivo rappresenta tante realtà, primo tra tutti la pace e crescerà se lo faremo crescere e se saremo operatori di pace», ha sottolineato nella sua bella omelia il vescovo Manenti.