Senigallia

Celebrato a Mondolfo l’ultimo saluto a Giuliano De Minicis

Al cimitero del paese dove viveva il creativo e designer, una sobria funzione. Tanti i ricordi tracciati da familiari e amici. Il figlio Luca: «La tua luce, che ora si è allontanata, continuerà sempre a tracciare, come un faro, la strada per tutti noi»

A Mondolfo il funerale di Giuliano De Minicis
A Mondolfo il funerale di Giuliano De Minicis

MONDOLFO – Si è svolto presso il cimitero di Mondolfo il funerale di Giuliano De Minicis, il designer e creativo deceduto per un malore martedì scorso, 12 maggio. L’uomo, 64enne, è morto improvvisamente per un malore, mentre giocava a tennis a Ponte Rio di Trecastelli.

De Minicis, fermano che a Senigallia ha messo le sue radici e a Marotta di Mondolfo ha scelto di vivere, ha lasciato nei cuori di tanti amici, conoscenti e collaboratori un forte ricordo e tanti vivi insegnamenti. Consigli che sono stati ricordati durante la cerimonia riservata ai familiari e a poche strettissime persone a lui vicine.

Luca De Minicis
Luca De Minicis

Il figlio Luca ha voluto ricordare che durante la sua vita, il padre Giuliano «ha saputo cogliere il bello delle persone e delle situazioni» e «sapeva raccontarlo come nessun altro». «La tua luce, che ora si è allontanata, continuerà sempre a tracciare, come un faro, la strada per tutti noi».

Anche l’amico di sempre, Tonino Dominici – con il quale Giuliano De Minicis ha collaborato e con cui soprattutto si è speso per cause solidali come la scuola di Pieve Torina o per il mecenatismo culturale – ha voluto tracciarne un bel ricordo. L’ha paragonato a un pittore, la cui tavolozza non è solo ricca di colori, ma di amore, di passione per la vita e dedizione verso gli altri. Dai suoi sentimenti nascevano «parole che toccavano il cuore», dalle sue idee son nati «progetti incredibili».

Progetti che rimarranno a beneficio delle comunità che hanno avuto la fortuna di considerarlo concittadino, e a memoria di una personalità che ha lasciato il segno e che molti ricorderanno con piacere. «Di una cosa siamo certi – aveva detto il sindaco di Senigallia Mangialardi – il nome e l’opera di Giuliano non saranno dimenticati dalla nostra città».

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