Senigallia

Animalisti protestano davanti l’allevamento degli orrori a Senigallia

Più di cinquanta persone provenienti da varie regioni del centro e nord Italia sono andate con striscioni e bandiere davanti ai cancelli della ditta finita al centro dell’indagine per maltrattamenti, atrocità sugli animali e uccisioni violente, scortate da Polizia, Carabinieri e Polizia Locale

Animalisti protestano davanti l'allevamento di suini a Senigallia
Animalisti protestano davanti l'allevamento di suini a Senigallia

SENIGALLIA – Manifestazione di protesta davanti ai cancelli dell’allevamento di maiali finito al centro dell’indagine per maltrattamenti, atrocità sugli animali e uccisioni violente. Una cinquantina di attivisti provenienti da varie regioni (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche e Veneto) hanno organizzato un sit in all’ingresso della ditta lungo la strada provinciale 19 “della Val Cesano”.

L’azienda suinicola è stata perquisita dai Carabinieri Forestali lo scorso 10 settembre dopo un video in cui erano riprese le violenze sui suini. Video riprese effettuate grazie a un infiltrato dell’associazione Essere Animali in cui si vedevano alcuni dipendenti usare barre in ferro per percuotere i suini e teaser elettrici sulle scrofe gravide, oltre ad abbattere gli esemplari non deambulanti o malati con martellate e altri metodi cruenti.

Scortati da Polizia, Carabinieri e Polizia Locale, gli attivisti di Meta (Movimento Etico Tutela Animali e Ambiente), Fronte Animalista e altre sigle hanno manifestato in forma pacifica (come già avvenuto lo scorso 22 settembre sotto il municipio) con cartelli, pannelli fotografici e striscioni tutto il dissenso verso l’allevamento senigalliese soprattutto per i metodi violenti registrati nella video-testimonianza che ha dato il via all’indagine della Procura dorica.

«Vogliamo la chiusura di questo allevamento definito “degli orrori” come di tutti gli altri in cui gli animali vengono privati della loro libertà – ha detto Alessandro, attivista milanese – . I maiali che vengono allevati in modo intensivo per finire sulle nostre tavole non sono da meno dei cani per cui ci scandalizziamo se vengono mangiati da altre popolazioni con altre culture. Noi siamo contro questa discriminazione, nessun essere vivente deve essere privato della sua libertà».

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