Senigallia

Migranti, continua la mobilitazione a Serra de’ Conti sul centro di accoglienza straordinario

Striscioni contro il Cas che potrebbe ospitare oltre 100 persone. Un numero non adeguato per il "comitato 13 marzo" che sta portando la protesta anche nelle emittenti tv

Striscioni contro il maxi centro di accoglienza straordinario da oltre 100 migranti in un paese, Serra de' Conti, di appena 3600 abitanti
Striscioni contro il maxi centro di accoglienza straordinario da oltre 100 migranti in un paese, Serra de' Conti, di appena 3600 abitanti

SERRA DE’ CONTI – Continua la mobilitazione in paese contro la creazione di un grosso centro di accoglienza straordinario da circa 100 migranti. Dopo alcuni incontri con l’amministrazione comunale e varie iniziative rivolte alla cittadinanza, il “Comitato 13 marzo” è finito in tv per far comprendere le ragioni della protesta.

Ragioni che non affondano le radici nel razzismo, dato che il paese già da tempo ospita migranti e richiedenti asilo, ma che vogliono cercare un equilibrio tra la necessaria accoglienza e l’esigenza di serenità e sicurezza di un borgo di appena 3600 abitanti.

Tra le preoccupazioni maggiori ci sono infatti i rischi che una convivenza non ben gestita può portare con sé, la possibilità che alcune delle persone ospitate si dedichino ad attività illecite o che non accettino le regole vigenti in Italia. Non sono mancati poi, nel territorio marchigiano ma soprattutto in alcuni centri molto vicini a Serra de’ Conti, episodi di incuria dei migranti accolti, abbandonati a se stessi in strutture fatiscenti o senza i servizi.

Non mancheranno di certo i controlli nel concreto caso che si realizzi a Serra de’ Conti il progetto di un centro di accoglienza straordinario per cui sono state già raccoltre 561 firme, ma nel frattempo c’è anche chi critica coloro che protestano perché non vorrebbero i migranti vicino le proprie abitazioni. «Dobbiamo cercare di accoglierli al meglio» il commento del vicesindaco Pieramelio Baldelli, ma in città cresce la preoccupazione per un numero di arrivi non adeguato al contesto del piccolo paese dell’alta vallata del Misa.

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