Senigallia

Maxi ospedale a Civitanova: «ennesimo errore della giunta Ceriscioli sulla sanità»

Il progetto dei 100 posti letto di terapia intensiva non convince Potere al Popolo di Senigallia: troppo dispendioso, tardivo e già carente di organico

SENIGALLIA – Dopo la contrarietà al progetto di una nave traghetto o del palaindoor di Ancona, “Potere al Popolo” da Senigallia spiega perché anche l’idea della giunta regionale di costruire un ospedale di 100 posti letto di terapia intensiva da allestire alla fiera di Civitanova Marche non può essere la risposta all’emergenza coronavirus in atto. Rappresenta questa, spiegano dalla spiaggia di velluto, «l’ennesimo errore di valutazione e gestione dell’attuale giunta, forse seconda soltanto alle altre ipotesi ventilate dal presidente Ceriscioli (dal palaindoor, alla nave civile nel porto di Ancona, passando per l’ex deposito di carbone sempre al porto di Ancona)».

Al centro delle critiche ci sono ancora gli stessi punti ribaditi precedentemente, tra cui il finanziamento dell’opera: «12 milioni di euro per 100 posti letto. La somma attesta un investimento pari a 120.000 euro per posto letto da stanziare per la realizzazione di una struttura destinata a essere smantellata nel dopo crisi, che arriverà a compimento troppo tardi, a picco contagi probabilmente in calo, con un danno incalcolabile, quindi, sia a livello economico che di immagine». Anche la natura dei finanziamenti per l’ospedale lascia spazio a dubbi: la solidarietà di varie imprese o gruppi finanziari – comunque soldi privati – «non modifica la negatività dell’operazione».

Sugli aspetti tecnico-sanitari, Potere al Popolo ritiene che una proposta del genere sia stata concepita per fini elettorali dato che non esistono una radiologia e una rianimazione nei pressi della costruenda struttura, necessarie a completare il trattamento di pazienti covid-19 in terapia intensiva.
Anche la questione del personale sanitario da inserire nell’ospedale civitanovese non è meno importante: quali risorse umane e professionali potranno gestire l’ospedale improvvisato se gli ospedali già funzionanti sono in carenza di organico e gli operatori sono costretti a fare doppi e tripli turni? «Su questo elemento si tace completamente, probabilmente perché, a nostro avviso, su tali evidenze non è possibile barare: 100 posti letto di terapia intensiva richiedono, infatti, più di 200 infermieri formati per gestire situazioni di emergenza, nonché una 30ina di medici specialisti e personale ausiliario adatto. A ciascuno di loro, inoltre, devono essere garantiti e forniti i dispositivi di protezione individuale (dpi) finora sempre carenti anche nella rete ospedaliera già esistente».

Non solo critiche. Potere al Popolo ribadisce anche quella che sarebbe la soluzione ottimale: l’attivazione di posti letto in ogni ospedale già presente, «chiusi di recente per la disastrosa scelta politica dei tagli in sanità operati su ospedali ancora potenzialmente funzionanti». Così come «non si sarebbero dovute tagliare le dotazioni organiche di personale dei vari profili professionali. Parliamo di quello stesso personale che ora sarebbe stato prezioso per affrontare l’emergenza e che, poi, una volta tornati alla gestione ordinaria, sarebbe servito a garantire un sistema sanitario regionale pubblico degno di questo nome». 

«Nonostante le evidenze – concludono da Senigallia – la Regione sta continuando a muoversi in modo opposto, attraverso l’approvazione della delibera di giunta 360 del 18.3.2020 che destina altri 2 milioni di euro alle cliniche private per l’emergenza covid-19. Non ci siamo proprio».

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