Senigallia

Svolti a Senigallia i funerali del noto imprenditore Umberto “Puccio” Pacini

In tanti hanno partecipato al rito funebre: parenti, amici, conoscenti, imprenditori e amministratori. Un lungo applauso ha accompagnato "Puccio" fuori dalla chiesa di San Martino

I funerali a Senigallia dell'imprenditore Umberto Pacini detto "Puccio"
I funerali a Senigallia dell'imprenditore Umberto Pacini detto "Puccio"

SENIGALLIA – Si sono svolti questa mattina, venerdì 27 aprile, nella chiesa di San Martino i funerali del noto imprenditore Umberto Pacini, scomparso martedì 24 aprile all’età di 76 anni che avrebbe compiuto fra pochi giorni. Una cerimonia sobria e partecipata: tante erano le persone che hanno riempito la chiesa in pieno centro storico senigalliese, a pochi passi dalla sua abitazione, per dare l’ultimo saluto al fondatore de “La Bottega dell’albergo”.

Tanti i parenti – in primis la moglie Silvia e i figli Tommaso, Cristiana, Francesca – gli amici, conoscenti, imprenditori, amministratori di Senigallia, Trecastelli, Ostra che si sono voluti stringere attorno alla famiglia nel saluto a “Puccio”. Questo era il soprannome dell’uomo che ha trasformato un sogno in realtà, dell’imprenditore di successo che una trentina di anni fa ebbe l’intuizione di fondare “La Bottega dell’albergo”.

È stata una delle prime realtà ad affiancare alberghi e hotel nella fornitura di accessori, prodotti cosmetici e tessili. Un’azienda con sede a Passo Ripe di Trecastelli che dagli inizi degli anni ‘80 a oggi ha visto una crescita costante ed esponenziale tanto da contare oggi ben 200 dipendenti e un fatturato di circa 45 milioni di euro.

Nella sua “bottega”, Umberto Pacini si è sempre mosso con impegno e carisma, come ha ricordato al termine della messa celebrata dal parroco Giuliano Grassi in un commosso intervento il figlio Tommaso: proprio il figlio – che lo ha affiancato nella conduzione dell’azienda gestita assieme al socio Giulio Benni – ne ha illustrato le doti, umane e imprenditoriali, dentro e fuori l’ambito lavorativo, con la voce interrotta dal pianto, prima di un lungo applauso. Così come un applauso ha accompagnato l’uscita del feretro dalla chiesa, al saluto di “ciao Puccio!”

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