Senigallia

Senigallia, non c’è pace per il fiume: l’escavo slitta all’autunno

Partiti a dicembre scorso, i lavori sono stati fermati poco dopo. Le verifiche hanno accertato che non ci sono materiali inquinati, ma lo slittamento è ormai definitivo

Partiti e subito fermati i lavori di escavo del fiume Misa a Senigallia nel tratto finale dalla ferrovia alla foce
Partiti e subito fermati i lavori di escavo del fiume Misa a Senigallia nel tratto finale dalla ferrovia alla foce

SENIGALLIA – Riprenderanno solo in autunno i lavori per l’escavo del tratto finale del fiume Misa, adiacente al porto cittadino “Della Rovere”. Dopo la sospensione a cavallo tra la fine del 2020 e gennaio 2021 per permettere il sopralluogo dell’Arpam e le analisi dei campioni di fango e materiali da rimuovere, il cantiere non è più ripartito. Sfuma così la possibilità sia di garantire la sicurezza della città durante il periodo primaverile quando, storicamente, si sono verificati i disastri maggiori, sia di non vedere più quegli strani isolotti alla foce del fiume.

L’avvio dei lavori per l’escavo dell’alveo fluviale era stato annunciato agli inizi di dicembre scorso da Claudio Netti, presidente del Consorzio di bonifica, il braccio operativo della Regione Marche. Lo stesso Netti aveva poi aggiunto che la rimozione dei grandi accumuli di sabbia, fanghi e detriti che il fiume porta a mare e che le correnti marine poi rispediscono al mittente avrebbe permesso di passare un’estate più sicura; addirittura l’intervento si sarebbe dovuto concludere entro fine gennaio 2021. Ma così non è stato.

La tempistica è stata completamente stravolta dall’intervento di Guardia di Finanza e Arpam: al centro della questione che ha di fatto causato lo slittamento dell’intervento al prossimo autunno, c’è la normativa da applicare: quello senigalliese è ancora un porto canale? Nei fatti no, poiché dopo i lavori del 2009 e l’ampliamento, il porto Della Rovere è stato completamente staccato dal fiume. Ma nelle carte sembra che ancora ci siano degli strascichi del passato che avrebbero portato a un “conflitto” tra le normative da applicare, soprattutto in riferimento al trattamento e alla destinazione dei fanghi e detriti rimossi da Senigallia.

Inizialmente alcune tonnellate di materiali sono stati stoccati in una cava del pesarese, ma il restante carico è stato bloccato per poter effettuare ulteriori verifiche: essendo stato il canale del fiume Misa per decenni l’unico accesso al porto per tutte le imbarcazioni, i materiali sarebbero potuti risultare inquinati. 

Appurato che non si sono registrati livelli preoccupanti di inquinamento dei materiali, il cantiere per l’escavo sarebbe dovuto ripartire. I tempi però si erano fatti molto stretti per concludere entro aprile – e permettere quindi le operazioni di sistemazione dell’arenile – o al massimo maggio per l’inizio della stagione estiva; per questo motivo per cui si è scelto di posticipare l’intervento all’autunno prossimo. 

Nel frattempo erano intervenute anche alcune associazioni che nel porto svolgono le proprie attività: avevano sollecitato una velocizzazione dell’escavo o uno slittamento dei lavori e così è stato. Con buona pace di tutti gli altri.

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