Senigallia

La morte di Gioia Titti è anche una perdita per lo sport locale

Fu tra le prime donne a cimentarsi con il lancio del peso e del disco, con cinque titoli regionali ai campionati studenteschi

Gioia Titti agli allenamenti negli anni '60 con la pro patria Ancona
Gioia Titti agli allenamenti negli anni '60 con la pro patria Ancona

SENIGALLIA – La tragedia che ha colpito Trecastelli e Senigallia, con la morte a poche ore di distanza di madre e figlia, non è soltanto un grave lutto per le due comunità. Anche lo sport, quello vero, ne ha risentito. Sì perché la scomparsa di Gioietta Titti segna anche una perdita a livello sportivo per la Senigallia dell’atletica del dopo guerra. La donna, classe 1943, è stata infatti una delle prime atlete di cui la zona ha potuto vantarsi, grazie alla sua capacità e volontà di cimentarsi in prove sempre più difficili e grazie anche all’intuito del presidente della Pro Patria Ancona Alberto Burattini.

La storia nelle parole di Paolo Pizzi, sportivo e conoscitore dello sport cittadino

«È la società (la Pro Patria Ancona Alberto Burattini) che si dedica all’atletica femminile e il suo presidente gira tutta la provincia per trovare nuove adesioni – scrive -. A Senigallia Francesca Ferroni, Mirella Montagna e Gioia Titti accolgono il suo invito ma la severità degli allenamenti ed il fatto che si svolgono in Ancona determinano l’abbandono delle prime due ragazze. Non demorde però Gioia che è ben lieta di non doversi più recare allo Stadio di Senigallia ed effettuare i suoi lanci del peso e del disco negli spazi dietro le porte del gioco del calcio. Allo Stadio Dorico del capoluogo regionale c’è una pista vera e ci sono le pedane per i lanci: Gioia è ora più motivata a praticare il lancio del peso e, meglio ancora, quello del disco a lei più congeniale. L’allenamento non solo la diverte, ma il fatto di dover studiare e correggere ogni singolo movimento imposto dalla disciplina diventa anche una piacevole scoperta del proprio corpo. Il raggiungimento della perfezione stilistica è ovviamente un’utopia; la realtà sono la tecnica continuamente affinata e i lanci che vedono il disco andare sempre più lontano e conquistare misure eccellenti che fanno assai ben sperare nelle competizioni nelle quali, purtroppo, l’emozione prende il sopravvento. Animata però da grande passione e coltivando il training autogeno gareggia anche a Macerata e Ascoli Piceno; ottiene cinque titoli regionali ai Campionati Studenteschi e raggiunge la misura per partecipare a quelli nazionali che si svolgono a Trieste dove Gioia Titti si reca a sue spese per non gravare sulle casse della Società.

Lo sport ha disegnato la sua strada nella vita; si iscrive all’ISEF di Bologna; ne esce con il massimo dei voti; inizia a insegnare a Venezia e lì forma la sua famiglia. Il ritorno a Senigallia costituisce l’evento successivo della sua carriera professionale; lei, timida, si trova a disagio, in imbarazzo ad insegnare al fianco di alcune autentiche colonne dell’educazione fisica cittadina: non riesce a scuotersi di dosso l’antica soggezione ed accettare di trovarsi fianco a fianco, da colleghe, con le professoresse De Fari, Torelli e Ferri, e per questo preferisce insegnare a Ostra.
Un po’ alla volta lascia l’attività agonistica; la Pro Patria non c’è più ed ora si gareggia per la Sigillo di Raffaele Fogliardi, il nuovo faro dell’atletica anconetana. L’impegno di Gioia Titti cambia; a lei spetta l’onere di reclutare nuovi atleti e nuove atlete e gli ostacoli non mancano ma i Giochi della Gioventù le danno una mano; con il collega Andrea Vici fonda l’Atletica Rocca Senigallia cercando di emulare il percorso compiuto a suo tempo da Burattini. Si toglie, in quell’anno, qualche soddisfazione con Monica Tomassoni e Virginia Manoni che partecipano alle Finali nazionali di Roma dei Giochi.

La festa arriva l’anno successivo. Con i ragazzi della scuola media “Mercantini” stravince le finali regionali: A Roma guida quei suoi ragazzi a raggiungere l’undicesima posizione nazionale: risultato eccellente, considerata la concorrenza durissima.
Senigallia la ringrazia con una medaglia consegnatale dal Sindaco. Ma, per Gioa Titti, la “medaglia” più bella e gratificante è quella dell’incontro con suoi ex alunni e alunne che le sono riconoscenti per aver appreso da lei le regole della vita attraverso il suo insegnamento della pratica sportiva e delle regole dello sport».

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