Senigallia

Una vita con la valigia: intervista all’ostrense Gloria Antoncecchi, cabin steward del mitico Orient Express

Dopo dieci anni passati per aria come assistente di volo, ora Gloria vive per diversi mesi all'anno con un treno come casa. Ecco il racconto dell'ostrense

Gloria Antoncecchi in servizio sul mitico Orient Express
Gloria Antoncecchi in servizio sul mitico Orient Express

OSTRA – “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita” dice una massima ricondotta a Confucio. Va da sé che, se la vostra passione è quella di viaggiare e scoprire il globo, trasformare questa indole in una professione equivale ad aver fatto tombola. Questa è la storia dell’ostrense Gloria Antoncecchi che, di fatto, vive oramai con la valigia in mano da 20 anni. Attualmente è cabin steward in forza da tre anni nel treno Venice-Simplon Orient Express, nipote del leggendario convoglio in servizio dal 1883 ed inaugurato nel 1982.

Il servizio ferroviario privato è effettuato con carrozze ristrutturate degli anni Venti e anni Trenta, da Londra e Parigi per Venezia. Il servizio si svolge una volta alla settimana da marzo a novembre ed è rivolto ai turisti facoltosi, con biglietti che costano più di 1200 sterline a persona da Londra a Venezia. Vengono effettuati anche due viaggi all’anno sul percorso Parigi – Budapest – Bucarest – Istanbul, e un viaggio all’anno su quello Istanbul – Bucarest – Budapest – Venezia.

Viaggiare per lavoro non è certo una novità per Gloria: prima delle rotaie ha lavorato come assistente di volo per svariati anni in mezzo alle nuvole per la oramai defunta compagnia nazionale Alitalia. Prima ancora aveva fatto esperienza anche sulle navi da crociera: una vita insomma non proprio in vacanza ma dove i viaggi hanno giocato sempre un ruolo preponderante. L’abbiamo intervistata per farci raccontare in prima persona la sua storia ed il suo punto di vista.

Via aria, terra o acqua, viaggio e lavoro per te sono oramai un connubio che perdura da molto tempo: dove nasce il tuo amore per i viaggi?
«In realtà ho sempre avuto le idee abbastanza chiare fin da piccola. I miei genitori raccontano che all’età di tre anni circa chiedevo di poter andare in “quella cosa lassù”. A quattordici anni presi il mio primo volo per la Francia, trascorrendo tre settimane da amici di famiglia a Clermont-Ferrand. Preso il primo volo ho deciso che avrei voluto fare l’assistente di volo. Frequentando, poi, il liceo linguistico e facendo, quindi, scambi culturali e gite all’estero la passione è cresciuta. Insomma da che ricordo ho sempre amato viaggiare».

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Quando hai capito che questa tua inclinazione sarebbe potuta diventare una professione? Raccontaci il tuo percorso
«Come anticipato, dal primo aereo preso ho sempre avuto questa “fissa”. Dopo il diploma al liceo scientifico-linguistico E. Medi di Senigallia ho frequentato l’università di interpreti e traduttori in Ancona studiando inglese e tedesco, visto che, in quegli anni, nelle Marche, in ambito lavorativo, era molto ricercata come lingua. Sapevo comunque che per diventare assistenti di volo c’erano delle selezioni da superare. Subito dopo la laurea inviai il mio CV a molte compagnie aeree. Superate le selezioni in AirOne nel 2006 e frequentato un corso con esame finale all’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) sono stata in forza più o meno per due anni: 3 contratti a tempo determinato. A fine 2008 la compagnia è stata inglobata in Alitalia ed essendo determinata sono rimasta a casa. Dopo svariati mesi vidi un bando della regione Lazio su internet per Costa Crociere, superate le selezioni e passato il corso, fui assunta come Guest Service Operator per due contratti. Nel 2011 rientrai in Alitalia a tempo indeterminato. Quindi sono rimasta “per aria” altri dieci anni, fino ad ottobre 2021 quando la compagnia chiuse definitivamente».

Dal 2022 sei in forza su uno dei convogli più leggendari del mondo: come è nata questa nuova esperienza lavorativa?
«A metà febbraio tornerò a Losanna per il corso di aggiornamento che si svolge ogni anno prima della partenza della stagione ai primi di marzo. Questo è il mio terzo anno. Era fine 2021, appunto dopo la chiusura di Alitalia, quando Luca Cerigioni, grande Amico (ndr: la ‘A’ maiuscola non è casuale) e uno dei pianisti del treno, mi consigliò di inviare il CV, visto che comunque ho sempre lavorato a contatto col pubblico senza avere grandi problemi nello spostarmi da una città all’altra (il treno parte da Venezia), così è iniziata la mia nuova esperienza lavorativa nel febbraio 2022».

Come è una giornata tipo sull’Orient Express?
«La mia mansione a bordo è quella di cabin steward. All’arrivo in stazione gli ospiti vengono accolti dal proprio steward; ognuno di noi gestisce una carrozza. Per quanto riguarda quelle storiche si arriva a un massimo di otto cabine con sedici persone, le suites hanno quattro cabine con otto persone e le grand suites hanno un massimo di 3 cabine con 6 persone. Una volta saliti a bordo viene loro offerto un welcome drink, prima di pranzo il Maitre D. prende le prenotazioni del pranzo. A bordo sono presenti tre vagoni ristorante e sia pranzo che cena sono suddivisi in due servizi a distanza di un paio d’ore l’uno dall’altro. Il vagone bar è sempre aperto per intrattenere gli ospiti, nel pomeriggio viene offerto il tè in cabina. Nel momento in cui gli ospiti vanno a cena, i loro steward configurano la cabina per la notte. La mattina seguente colazione in cabina e successivo brunch in base all’orario di arrivo».

Che tipo di viaggiatore frequenta i vagoni? Capita di incontrare vip? Hai qualche aneddoto particolare?
«Solitamente gli ospiti sono persone facoltose, vip, ma anche persone che sognano questo viaggio da una vita. È un treno che ti riporta agli anni 20 e le persone possono godere di panorami bellissimi, soprattutto mentre si attraversa la Svizzera. Nessun aneddoto in particolare però è sempre bello vedere il loro stupore nell’esplorare il treno oppure quando rientrano la sera dopo cena e trovano la cabina completamente trasformata. È veramente un salto indietro nel tempo. Ci sono spesso dei vip, alcuni lo utilizzano proprio come semplice mezzo di trasporto e salgono 3-4 volte l’anno per raggiungere Parigi».

È difficile coniugare vita privata e quella professionale?
«Lavoro da quando avevo 23 anni perciò sono abbastanza abituata a stare lontana da casa per un tot di giorni; in realtà ho molto tempo libero, solamente che non lavoro dal lunedì al venerdì. Sono sempre riuscita a gestire il tutto, anche perché magari sto fuori una settimana ma poi ne ho una libera quindi è semplice, almeno per me che ho sempre impostato la mia vita così. Non riuscirei mai a stare davanti a un pc per tutta la settimana, preferisco dei lavori dinamici a contatto con le persone. Credo che siano predisposizioni, sicuramente serve un certo spirito d’adattamento, soprattutto per vivere su una nave o su un treno, ma io mi diverto così!»

C’è un luogo del cuore? Un posto nel mondo a cui sei particolarmente affezionata?
«Uno dei luoghi che mi ha emozionato di più è stato sicuramente il Bryce Canyon nello Utah, sono posti che ti lasciano senza parole, ripartirei anche domani! Peccato che non sia proprio dietro l’angolo! In Europa vado molto volentieri a Parigi e a Budapest, ma ogni città ha dei bei ricordi, davvero difficile sceglierne uno!»

Prossimi obiettivi? Hai un sogno professionale nel cassetto da realizzare?
«Sono sempre riuscita a raggiungere i miei obiettivi in campo lavorativo, forse proprio perché non sono una persona da scrivania riuscendo ad adeguarmi alle situazioni; al momento sono molto felice di ripartire sull’Orient Express, è comunque un ambiente lavorativo particolare, non è un treno per tutti quindi direi di avere una posizione abbastanza privilegiata, perciò va benissimo così. La cosa più bella è viaggiare… e se lo si fa per lavoro è ancora più divertente!».

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