Senigallia

Indennizzi, sicurezza e circolazione: le richieste del territorio dopo l’alluvione

Contributi a famiglie e imprese, lavori sul territorio e riapertura al traffico di strade e ponti: ecco cosa chiede la popolazione dell'area senigalliese e valliva. La situazione tre mesi dopo

Il fosso che arriva al ponte di Bombo nel Comune di Barbara ancora pieno di tronchi e detriti
Il fosso che arriva al ponte di Bombo nel Comune di Barbara ancora pieno di tronchi e detriti

SENIGALLIA – A tre mesi dall’alluvione, con la paura che a ogni pioggia il fiume possa superare nuovamente gli argini malridotti dal 15 settembre, la popolazione chiede sostegni a gran voce. Lo fa per ottenere velocemente i sussidi alle famiglie che hanno dovuto lasciare la propria abitazione, lo fa per mettere in sicurezza l’alveo fluviale perché non accadano più tali eventi, lo fa sul ripristino delle condizioni viarie precedenti il disastro.

Dopo l’annuncio del governo nazionale di stanziare 200 milioni di euro a valere sul bilancio 2022 e altri 200 milioni per il 2023, il territorio marchigiano può respirare una boccata d’ossigeno. I fondi straordinari sono in via di trasferimento dalla Regione ai Comuni, e da questi – da monte a valle, ma questa è l’unica cascata di cui nessuno teme gli effetti – a imprese e famiglie. Nel senigalliese sono in fase di accreditamento tre mensilità del contributo di autonoma sistemazione (CAS) da 1.200 euro per le famiglie composte da un’unica persona a 2.700 euro per quelle da 5 o più componenti, a cui si aggiungono 600 euro per ogni componente ultra65enne, portatore di handicap o disabile oltre il 67%.

Ma per superare un disastro come quello dell’alluvione non basta il sostegno della popolazione: serve subito un’importante opera di risistemazione del letto e degli argini fluviali. Lo stanno chiedendo da settimane i vari comitati sorti dopo l’alluvione 2022 e quello dopo l’altro disastro di otto anni fa; lo chiedono le aziende dell’area Zipa – una delle più colpite e polo produttivo in cui lavorano circa 2000 persone; lo hanno chiesto con forza anche le varie associazioni di categoria. Messa in sicurezza del territorio perché ciò che è successo nella vallata Misa e Nevola non accada mai più in nessun posto e perché si possa guardare con fiducia al futuro. 

L’altro punto di cui si dibatte a tutti i livelli è il ripristino delle condizioni viarie dopo i danni diffusi su tutta la vallata: lo scopo è quello di limitare i disagi – diretti e indiretti – di coloro che patiscono le conseguenze dei divieti alla circolazione viaria. Su questo tema proseguono gli interventi per ripristinare la circolazione pedonale e veicolare nelle città e nella vallata: a Senigallia è stata ripristinata in pochi giorni la stretta passerella pedonale sul fiume Misa che permette di collegare il lungomare Marconi (levante) col lungomare Mameli (ponente). La corrente del fiume in piena l’aveva spostata dal suo binario e danneggiata per via degli urti con tronchi e grossi rami. In un secondo momento sarà sostituita con una nuova passerella, per una spesa stimata in circa 835 mila euro.
Ripristinato dalla Provincia di Ancona anche il transito veicolare e pedonale sul ponte del Burello nel territorio di Corinaldo. L’infrastruttura si trova lungo la strada provinciale 17 “dell’Acquasanta” che porta a Ostra Vetere ed era stata coinvolta dalla piena del fiume Nevola. I lavori, anche in questo caso molto attesi dalla popolazione che lamentava enormi disagi, sono partiti dopo tre mesi; alla gioia della riapertura è seguito subito il malcontento poiché sono bastati quattro giorni per sistemarlo e riaprirlo al traffico. La parola che circola di più sui social locali è “presa in giro”.

Riaperta la passerella sul porto della Rovere a Senigallia
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