Senigallia

Inchiesta piscina Saline di Senigallia: slitta l’udienza per Mangialardi

La vicenda della struttura sportiva, assegnata alla gestione Uisp senza un bando pubblico, sarà trattata ad anno nuovo. Il capo d'imputazione va riformulato. L'ex sindaco ed alcuni membri della sua ultima giunta rischiano il processo

Impianti sportivi: la piscina comunale alle Saline di Senigallia
Impianti sportivi: la piscina comunale alle Saline di Senigallia

SENIGALLIA – È stata rinviata, su richiesta della Procura, l’udienza preliminare sulla piscina comunale dell’impianto sportivo Saline di Senigallia affidata alla Uisp senza un bando pubblico. Oggi il gup Francesca De Palma doveva decidere se mandare a processo o meno l’ex sindaco Maurizio Mangialardi e alcuni componenti della sua ultima giunta per i reati (a vario titolo) di concorso in abuso di ufficio, truffa aggravata e anche violenza privata (questo solo per Mangialardi). Ma la Procura ha chiesto di modificare il capo di imputazione a seguito di una legge varata questa estate.
Il gup ha quindi fissato una nuova data per l’udienza preliminare che si terrà il 15 febbraio prossimo.

Il caso era esploso più di un anno fa e riguardava due mandati di Mangialardi, perché le proroghe di affidare l’impianto alla Uisp erano state due, una nel 2014, subito dopo l’alluvione, e l’altra nel 2015. Inizialmente erano 13 gli indagati ed era contestata anche la corruzione ma poi questo reato è stato archiviato e la richiesta di rinvio a giudizio era arrivata solo per 9. 

A rischiare il processo, oltre all’ex primo cittadino, ci sono Maurizio Memè, ex vicesindaco, Massimo Tesei, ex presidente territoriale comitato Uisp, Gennaro Campanile, all’epoca assessore alle attività economiche, Nadia Rotatori, ex presidente territoriale comitato Uisp, Chantal Bomprezzi, all’epoca assessore trasparenza e progetti europei, Simonetta Bucari, ex assessore alla cultura, Enzo Monachesi, ex assessore ai lavori pubblici e Giorgio Gregorini, presidente territoriale comitato Uisp. 
Il pm Daniele Paci contesta l’aver omesso di svolgere una gara pubblica votando una delibera per la proroga di gestione alla Uisp, saldi negativi e rendiconti mendaci dell’attività, presentati tra il 2011 e il 2016, all’interno dell’impianto per non pagare al Comune una percentuale degli introiti arrecando così un danno patrimoniale. A Mangialardi è contestata anche la violenza privata per aver costretto a rassegnare le dimissioni la presidente territoriale Uisp Rotatori, altrimenti non avrebbe rinnovato la concessione. Le indagini erano state chiuse a marzo 2019. L’archiviazione per la corruzione è di giugno scorso.

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