Senigallia

Impianto rifiuti al Cesano, l’amministrazione chiederà di ritirare la proposta

Durante il Consiglio comunale il sindaco ha annunciato la sua decisione: le polemiche erano aumentate in questi giorni. Mangialardi: «Quando il percepito supera il reale bisogna arrendersi. Non c’è possibilità di spiegare con i dati a chi complotta, a chi sospetta»

La seduta del consiglio comunale di Senigallia del 30 novembre 2017
La seduta del consiglio comunale di Senigallia del 30 novembre 2017

SENIGALLIA – L’amministrazione comunale chiederà alla Eco Demolizioni di ritirare la proposta di impianto per il trattamento dei rifiuti non pericolosi ipotizzato al Cesano. È quanto emerso dopo il consiglio comunale in cui si è affrontato lo spinoso argomento da giorni sulla bocca di tutti i senigalliesi e di molti turisti, e per il quale stasera, 5 settembre, si terrà un’assemblea pubblica.

La seduta, seguita da molti cittadini, è iniziata le interrogazioni dei consiglieri Mauro Gregorini (Art1-Mdp), Davide Da Ros (Fratelli d’Italia) e Giorgio Sartini (Senigallia Bene Comune) attraverso cui sono state chieste informazioni sulla tipologia dei rifiuti, sui quantitativi, sulla tempistica, sulla trasparenza, sull’opportunità di scegliere un’area agricola, su eventuali contributi o finanziamenti e sul tornaconto per la città.

Molto precisa la risposta del vicesindaco e assessore Maurizio Memè che ha inizialmente ricostruito le varie fasi della vicenda. il progetto è stato presentato dalla ditta riminese Eco Demolizioni srl in una prima “versione” a dicembre 2018. Le osservazioni della Provincia di Ancona – che ha in capo la gestione della procedura – hanno spinto la ditta a presentare un secondo progetto il 27 agosto 2019 in cui, tra le differenze, sono stati eliminati i trattamenti di alcuni rifiuti come vernici, solventi, gomme, ed è stato lasciato solo il trattamento a freddo dei vari rifiuti, senza prevedere quindi alcun inceneritore per rendere inerti i vari materiali.

«La ditta – ha spiegato – si occupa della manutenzione e pulizia della spiaggia sia nei mesi estivi che invernali su tutti i 14 km di costa». Ha richiesto un impianto maggiore rispetto a quello presente attualmente a Marzocca per superare la quota delle 8mila tonnellate annue, poche secondo la società riminese per gestire emergenze come quella del 2015 quando furono riversati sulla spiaggia oltre 15mila tonnellate di rifiuti. «Delle due, l’una: o si recuperano materiali e si va in discarica con il minor quantitativo possibile – ha illustrato Memè – oppure l’amministrazione è costretta a lasciarli nei tratti di spiaggia libera». Quindi, o si fa l’impianto e si trattano i rifiuti oppure in caso di quantitativi superiori al solito si lascia un brutto biglietto da visita per i turisti.

Il vicesindaco di Senigallia ha poi illustrato le varie tipologie di rifiuti che verrebbero trattate nell’impianto di via Fiorini, al Cesano: rifiuti derivanti dalla lavorazione della pietra; residui della sabbiatura; cemento; mattoni; mattonelle e ceramiche; legno; miscele bituminose (asfalto); terre e rocce; gesso; materiali misti derivanti da costruzioni e demolizioni; residui della vagliatura; residui urbani indifferenziati e rifiuti provenienti dalla pulizia degli arenili. Anche per contrastare l’aumento delle polveri, del rumore e l’impatto visivo sono previste dal progetto sia il trattamento con nebulizzatori per evitare quindi la dispersione nell’aria, ma anche una serie di essenze arboree e verdi per mitigare le conseguenze delle attività sulla frazione di Cesano che verrebbe raggiunta da una decina di camion al giorno (con circa 30/40 tonnellate per mezzo) per un massimo di 90mila tonnellate annue.

Sul tema è intervenuto anche il sindaco Maurizio Mangialardi che ha prima precisato alcuni punti: innanzitutto molte discussioni sono state originate da informazioni non aggiornate correttamente veicolate anche dai giornali che avevano fatto riferimento ai documenti pubblici sul sito della Provincia. Poi la questione trasparenza: Mangialardi ha detto che già da anni l’amministrazione si è mossa per studiare il modo di fronteggiare le emergenze ed evitare di compromettere stagioni turistiche intere con mareggiate che potrebbero verificarsi anche in mezzo all’estate. Con costi che poi si ripercuotono in maniera evidente sulla Tari.

Ma soprattutto Mangialardi ha dovuto far fronte a ciò che si è scatenato nell’immaginario collettivo: «Il primo progetto – ha detto – è stato cassato dalla Provincia ma in città si è diffusa una voce diversa e quando il percepito supera il reale bisogna arrendersi. Non c’è possibilità – si è rivolto a Memè – di spiegare con i dati di fronte a chi complotta, a chi sospetta». «A Marzocca – ha continuato il sindaco – c’è una situazione identica, con una scuola a 400 metri dall’impianto, ma non basta per fronteggiare le emergenze che potrebbero ripresentarsi in ogni momento, anche nel 2021 quando ci dovrebbero essere i lavori sul fiume Misa». La decisione maturata in questi giorni di fronte all’aumentare delle polemiche è quindi quella di chiedere alla ditta Eco Demolizioni di ritirare la proposta. «Fine, mettiamo il punto, non si farà», anche se alcune perplessità sono state espresse dai consiglieri di opposizione.

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