Senigallia

Il gusto “made in Marche” secondo lo chef Luca Santini

Il senigalliese è il nuovo presidente dell'Unione Regione Cuochi. Docente dell'Istituto Panzini, ha già fissato i primi obiettivi tra i quali quello di: «Puntare di più sulla “marchigianità"»

Luca Santini con il Governatore Ceriscioli

SENIGALLIA- Il senigalliese Luca Santini è il nuovo presidente dell’Unione Regione Cuochi Marche. Già presidente dell’Associazione Cuochi di Ancona, ha preso il posto della dimissionaria Gabriella Bugari e resterà in carica fino alla naturale scadenza del mandato dell’attuale consiglio direttivo prevista per il 31 dicembre 2018, Il 43enne è sposato, ha un figlio di nome Diego ed è docente presso l’IIS A. Panzini di Senigallia. C’è tanta volontà alla base di questo nuovo incarico, che ha tra gli obiettivi quello di fare conoscere i prodotti made in Marche, soprattutto il cibo, che sul mercato soffre di più rispetto al vino. Luca è già entrato perfettamente nel ruolo ed è pronto a vincere questa nuova sfida.

Quali sono gli obbiettivi dell’Unione Regione Cuochi Marche?
«L’individuazione di una nuova sede, l’aumento della visibilità istituzionale, l’impegno per dare nuova vitalità al Team Cuochi Marche e alla riorganizzazione del Dipartimento Solidarietà Emergenze, che si è dimostrato utilissimo per supportare le popolazioni colpite dal terremoto».

Cosa va migliorato?
«Serve più coesione, nessuno deve farsi la guerra. C’è bisogno di stare insieme, vedersi, confrontarsi, ascoltarsi. Serve una politica comune, tutti dobbiamo parlare la stessa lingua, perché se c’è il sole, c’è per tutti».

La comunicazione è importante, come va migliorata?
«
Sicuramente va potenziata quella attraverso i social, che insieme a WhatsApp e Messanger sono i mezzi più usati dai giovani e se vogliamo coinvolgere i giovani, non possiamo snobbare i social network».

Qual è prodotto è più venduto?
«Il “Verdicchio” è andato molto bene, il resto fa un po’ fatica. Anche se, in quanto a Verdicchio credo vada sdoganata l’idea della bottiglia economica».

E se parliamo di cibo?
«
Sul cibo bisogna spingere, non siamo fortissimi. Eppure abbiamo piatti come i “Vincisgrassi” che quasi nessuno propone. Bisogna puntare di più sulla “marchigianità”, diffondere la cucina del nostro territorio».

Qualche consiglio?
«Puntare sui prodotti di stagione e di qualità. Se un prodotto costa di più c’è un motivo, bisogna dare valore a chi lavora. Bisogna lavorare anche sui clienti ed educarli alla stagionalità: ad esempio ci sono le lumache di mare che si trovano solo in un periodo dell’anno ed è in quel periodo che vanno proposte».

In questo settore ci sono sbocchi per i giovani?
«Umiltà passione e tanta buona volontà sono alla base di tutto. Questo è un momento difficile un po’ in tutti i settori, ma credere in quello che si fa è fondamentale, come è fondamentale valorizzare il prodotto che si ha. Concentrarsi sul proprio territorio, sulla propria terra, andare alla ricerca delle nostre radici, anche in cucina per rilanciare vecchi piatti e riscoprire i prodotti di una volta naturalmente puntando sempre sulla qualità».

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