Senigallia

Guerra in Ucraina, chiuso l’hotel per l’accoglienza dei profughi a Senigallia

Dopo lo scoppio del conflitto a febbraio scorso sono iniziate le procedure per ricevere chi scappava dalle bombe. 72 le persone ospitate al cas "Futuro", rimane attivo quello di Loreto sempre gestito dalla Caritas senigalliese

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Sono oltre 70 i profughi ospitati dalla Caritas a partire da poche settimane dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Ben 72 persone, in gran parte donne, bambini e adolescenti, che alloggiavano in un hotel della città ora chiuso. In sette mesi di accoglienza le decine di persone si sono pian piano trasferite da parenti o amici, alcuni sono tornati a casa o si sono spostati in altri Paesi europei; le otto donne rimaste in accoglienza tutto questo tempo al CAS (Centro di Accoglienza Straordinario) “Futuro”, predisposto in un ex hotel, sono state inserite in parte in alcuni progetti del Sistema Accoglienza Integrazione, in parte trasferite al CAS di Loreto, sempre gestito da Caritas Senigallia, dove gli ospiti sono attualmente una trentina.

La chiusura del CAS Futuro, avviato in accordo con la prefettura di Ancona e grazie alla collaborazione della Fondazione Mirco Giacomelli, comporta anche la chiusura della raccolta fondi che la Diocesi senigalliese, attraverso la Caritas cittadina, aveva aperto per l’emergenza Ucraina, riuscendo a raccogliere circa 88.000 euro.

Donazioni che sono state utilizzate per sostenere le spese per la cura e l’assistenza sanitaria, burocratica e psicologica dei profughi ucraini presenti sul territorio diocesano, oltre che per buoni pasto e per i servizi rivolti ai minori. Altra voce di spesa sostenuta dalla Diocesi con i fondi donati è quella relativa all’allestimento della nuova struttura di accoglienza a Senigallia, l’adeguamento di quella già esistente ad Alberici di Montemarciano e la predisposizione della struttura di accoglienza a Loreto.

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