Senigallia

Giulio Regeni, lo striscione rimosso a Senigallia e le critiche alle critiche

S'infiamma il dibattito. Pagani: «Elevato valore simbolico in quanto espressione di solidarietà». Battisti: «Caso strumentalizzato per denigrare l'avversario politico, i problemi sono altri»

Il municipio del Comune di Senigallia con lo striscione per Giulio Regeni
Il municipio del Comune di Senigallia con lo striscione per Giulio Regeni

SENIGALLIA – Non si placa il dibattito politico cittadino in merito alla scelta della nuova amministrazione comunale di rimuovere lo striscione su Giulio Regeni. Critiche al sindaco Olivetti sono arrivate dai partiti di minoranza, ma le critiche alle critiche sono firmate dall’ex candidato a sindaco Paolo Battisti.

Ma andiamo per ordine. Il primo passo lo ha compiuto l’amministrazione comunale di Senigallia che ha rimosso lo striscione affisso da alcuni anni sulla facciata del municipio con cui si voleva sensibilizzare l’opinione pubblica sul caso Regeni, il giovane ricercatore friulano morto in Egitto mentre svolgeva ricerche per l’università di Cambridge. Il gesto è stato accompagnato da una lettera al premier Conte e al ministro Di Maio sollecitando più incisività nell’azione diplomatica per giungere alla verità sulla sua morte.

Immediata la reazione di Diritti al futuro: «Questo striscione, logoro e consunto, aveva sfidato in questi anni il caldo e il freddo, il sole e le piogge, rimanendo, ben saldo, a monito delle istituzioni e del governo nazionale, ma nulla ha potuto contro la foga iconoclasta del sindaco Olivetti e dei suoi sodali. Uno dei primissimi atti della nuova giunta è stato, infatti, quello di rimuovere questo striscione: forse che fosse percepito come un pericoloso focolaio di dissenso verso l’attuale amministrazione?» La formazione politica senigalliese ha chiesto al sindaco «il nesso logico fra rimuovere il drappo per Giulio e invitare il Governo ad un maggiore impegno sulla vicenda e quando lo striscione tornerà, pulito e nuovo, a chiedere verità per Giulio sulla nostra Casa comunale».

Anche la consigliera comunale di Vola Senigallia Stefania Pagani è intervenuta sulla questione che tanti commenti ha suscitato a Senigallia: «Il signor Sindaco ha preso carta e penna e ha scritto al governo per rimproverarlo di aver fatto poco per esigere la verità sulla tragica fine in Egitto del giovane ricercatore italiano. Da oggi in poi, il Sindaco Olivetti avvisa che l’amministrazione di Senigallia “seguirà con costanza” la vicenda e terrà d’occhio il governo. Ma questa azione di vigilanza di Olivetti sarà praticata solo per “questa via”, cioè per lettera. C’è da immaginarsi – ironizza – un ingorgo postale a Palazzo Chigi. Si ricorda che lo striscione ha un elevato valore simbolico in quanto espressione di solidarietà di tutta la comunità nei confronti della famiglia Regeni».

Da una parte (divisa) della sinistra critiche alle critiche. «In questi giorni, al Comune di Senigallia, stiamo assistendo ad uno squallido balletto istituzionale sulla pelle di un ragazzo deceduto – spiega Paolo Battisti, ex candidato a sindaco per L’altra Senigallia con la sinistra. Uno striscione era stato apposto sulla facciata del palazzo che ospita il Comune di Senigallia (Verità per Giulio Regeni) dalla giunta di centro-sinistra. Che ora è stato tolto dalla giunta di centro-destra. Questo perché Regeni era considerato di ‘sinistra’ (se l’è cercata dicono a destra), come i 2 Marò erano considerati di destra (se la sono cercata dicono a sinistra). Come Cucchi era solo un drogato che meritava di morire. Non siamo in presenza quindi di essere umani che hanno subito dei torti, ma di carne da macello da utilizzare per denigrare l’avversario politico di turno. Che all’amministrazione di destra che governa la città non interessi sapere la verità sull’assassinio di Regeni è pacifico (visto anche come ha gestito malissimo la vicenda, scrivendo una lettera a Roma solo dopo essere stata oggetto di critiche). Ma, è altrettanto pacifica l’ipocrisia della coalizione di centro-sinistra che sta all’opposizione oggi a Senigallia (usiamo questi slogan per abitudine, perché di centro-sinistra qui non c’è neanche l’ombra). Levate di scudi contro il sindaco Olivetti si sono alzate da consiglieri Pagani e Angeletti, persone da sempre vicine al potere politico, come da Diritti al Futuro, i radical chic di sinistra, da sempre stampella di Angeloni prima, Mangialardi e Volpini poi. O da qualche giornalista di sesso femminile che anch’essa ha sempre taciuto sui problemi di Senigallia per poter lavorare in tranquillità». 

Battisti elenca poi una serie di annose questioni critiche per Senigallia: dai tagli alla sanità,  alle sempre più alte tasse, dalle liste di attesa infinite agli alloggi popolari, dai lavori sul fiume Misa alle difficoltà del commercio al dettaglio di fronte al proliferare della grande distribuzione. «Questi, e mi rivolgo alla Pagani e a tutti i radical chic di sinistra (la maggior parte col posto pubblico fisso e il terrore di disturbare i manovratori), sono i problemi di Senigallia, e ne potrei citare molti altri. Problemi che voi mai avete sollevato e che potevate affrontare e risolvere in larga parte durante i 20 anni (ma forse sono 50 o 70) che siete stati ininterrottamente al potere. Perché voi su Senigallia potevate e dovevate fare qualcosa, sul povero e ormai strumentalizzato Giulio Regeni no. Quindi concentratevi sui problemi da risolvere nella nostra amata città. Aiutate questa sgangherata, improbabile e impreparata giunta di destra (che voi avete fatto vincere con le vostre politiche assurde e impopolari) a migliorare Senigallia – conclude il coordinatore l’Altra Senigallia con la sinistra: non aspettate 5 anni per cercare la rivincita mentre tutto va a rotoli».

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