Senigallia

Gianni Guerra, l’artigiano di Senigallia che creò la Penelope, “torna” al lavoro dopo 17 anni

Tante, tantissime le sue creazioni, tra cui la famosissima statua in bronzo che adorna la punta del molo di levante della spiaggia di velluto: «L'entusiasmo non manca»

Gianni Guerra
Gianni Guerra

SENIGALLIA – Un po’ la voglia di rimettersi in gioco e un po’ la necessità di dover far fronte alle incombenze quotidiane hanno spinto uno dei nomi artigiani più famosi di Senigallia, Gianni Guerra, a tornare dietro il banco da lavoro. Non che l’avesse mai lasciato definitivamente: il suo lavoro, infatti, non era solo un’occupazione: si basava soprattutto sulla passione. Una passione nata negli anni ‘60 e portata avanti con tenacia fino al 2000, quando ha chiuso la bottega per andare in pensione. La stessa passione che ora è alle fondamenta della nuova “bottega di Ulisse”, il suo laboratorio in via Amendola 5.

«Ho sempre amato il mio lavoro, la manualità, il poter creare oggetti e dare forma alla mia immaginazione», racconta Gianni Guerra. Originario di Viterbo e con l’artigianato nel sangue – il padre Gino era artigiano, lo zio Alfredo era scenografo, un altro zio, Augusto, faceva lo scultore – ha svolto tanti lavori e lavoretti: dal tipografo all’elettricista, dall’aiuto parrucchiere, allo scultore, fino all’orafo, pittore e fotografo. Nel 1967 nasce la sua attività di bigiotteria, prima con un negozio in via Mastai poi con uno spazio nella centralissima piazza Roma, dove arriva anche la notorietà, e dove rimarrà fino al 2000.

Tante, tantissime le sue creazioni, tra cui la Penelope (2003), la famosissima statua in bronzo che adorna la punta del molo di levante di Senigallia: «la creatività non mi è mai mancata anche se ho gusti semplici, ma la fama non si costruisce in un giorno solo: io ci ho messo quasi 50 anni». Ha provato persino a trasmettere la sua passione ai giovani tramite appelli per chi era in cerca di lavoro e una specie di corso di “formazione” gratuito.

Gianni Guerra non si considera un artista, ma un artigiano che dopo 17 anni è tornato (se mai se ne fosse veramente staccato) dietro al bancone da lavoro. «So benissimo che non sarà semplice ripartire, ma l’entusiasmo non mi manca».

Un artigiano con l’hobby per la scultura e la fotografia, poi trasmessa anche alla figlia Simona, esperta in ordinamento e valorizzazione di archivi fotografici nonché ideatrice delle Giornate di Fotografia.
Un artigiano che dedica anche parte del suo tempo per la manutenzione (gratuita) della Penelope e per la promozione della bellezza, sia come valore estetico, sia come strumento turistico per la propria città. Che ancora non gli ha riconosciuto il giusto merito.

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