Senigallia

Fondazione Città di Senigallia, la Regione dovrà decidere sul commissariamento

Il consiglio comunale ha approvato con i voti della maggioranza la proposta dei delibera per passare le carte a palazzo Raffaello che sceglierà poi la strada dei prossimi mesi. A rischio beni e servizi in caso di liquidazione

La sede della fondazione Città di Senigallia
La sede della fondazione Città di Senigallia

SENIGALLIA – Sarà la Regione Marche a decidere di un eventuale commissariamento della fondazione Città di Senigallia, ormai da mesi in difficoltà economiche. È questa l’ultima scelta del consiglio comunale che nei giorni scorsi ha approvato, con i voti favorevoli della maggioranza di centrodestra e la contrarietà della minoranza, la proposta di delibera per trasmettere a palazzo Raffaello i documenti relativi all’ente che gestisce la struttura socio-assistenziale di via del Seminario.

La discussione in aula G.Orciari è solo l’ultimo capitolo di una vicenda che ha tenuto banco dalla scorsa estate, da quando cioè il cda si è dimesso in toto per lo stato di difficoltà in cui versa l’ente. I lavori per le due palazzine della fondazione Città di Senigallia, la gestione dei servizi socio-assistenziali, l’emergenza covid, l’acquisto del palazzo del Musinf, il contenzioso con Società Autostrade, il convenzionamento con la Regione per le cure intermedie e per la rsa sono solo alcuni dei temi che hanno contribuito a creare la situazione: da qui il grido di aiuto alla politica cittadina e regionale.

L’ente privato a finalità pubbliche versa in uno «stato di crisi che rende urgente affrontare il tema» dicono i partiti di maggioranza. Una situazione del tutto eccezionale che esige strumenti eccezionali: secondo FdI «serve un intervento radicale, interpellando la Regione, deputata alla vigilanza su tali strutture». Il che lascerebbe poi spazio al commissariamento dell’ente, aspramente criticato dalla minoranza. Dall’opposizione, il Pd ha parlato di «delegare il nostro ruolo (del consiglio comunale, Ndr) alla Regione», affermando tacitamente di aver fallito. Parole simili dagli altri gruppi consiliari che vedevano in un nuovo cda e nella continua opera di risanamento economico la strada maestra da percorrere. La parola “fine” arriverà dalla Regione, con il rischio maggiore rappresentato dalla possibile liquidazione di beni e servizi per far quadrare i conti in rosso.

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