Senigallia

Fondazione Città di Senigallia, nuovo appello (e nuove critiche) del commissario Canafoglia

Oltre alla richiesta di aiuto rivolta a tutti i politici di maggioranza e opposizione, l'avvocato puntualizza sulle difficoltà finanziarie dell'ente, legate a scelte giudicate discutibili

La palazzina sud della fondazione Città di Senigallia
La palazzina sud della fondazione Città di Senigallia

SENIGALLIA – Salvare l’ente, difendere i dipendenti e tutelare un patrimonio per la collettività. Questi gli obiettivi del commissario della fondazione Città di Senigallia Corrado Canafoglia che rilancia l’appello a tutti i politici. «Venite qui, aiutateci, parlate con il personale e cerchiamo di salvare insieme questa realtà. Senza l’aiuto di tutti è molto più complesso». Oltre all’appello alla città e alla politica, l’avvocato senigalliese ribadisce anche delle critiche alle precedenti gestioni e cda.

Canafoglia si è insediato alla guida dell’ente nel febbraio 2021 per poi dimettersi, assieme all’intero cda, nell’agosto dello stesso anno. Un atto «dovuto per le gravi criticità rinvenute, per non incorrere in responsabilità che sarebbero ricadute sul nuovo cda se vi fosse stata continuità gestionale». Alcuni hanno parlato di fuga indecorosa ma, in generale, tanti hanno storto il naso alla scelta di Canafoglia e degli altri quattro componenti del consiglio di amministrazione di rimettere al consiglio comunale l’incarico. Strategia che ha portato poi al commissariamento dell’ente con lo stesso avvocato nominato dalla giunta regionale come commissario per risolvere i problemi per cui egli stesso si era dimesso. Dagli stessi sono poi arrivate le critiche al report che Canafoglia ha redatto ma «chi afferma che è il frutto di mistificazioni forse non sa che contiene rilievi e documenti elaborati dal precedente cda. Il cda da me presieduto – spiega ancora – ha avuto il coraggio di far emergere gravi criticità che in parte anche il precedente cda aveva rilevato».

Tra i rilievi ci sono temi molto importanti, a partire dai lavori alle due palazzine sedi dell’ente, per arrivare al contenzioso con Autostrade sulla questione dei terreni espropriati e dei relativi risarcimenti, oggi oggetto di valutazione della Cassazione; dall’acquisto del Musinf al progetto Orti del Vescovo, dalla diatriba sullo stato patrimoniale fino alle cure intermedie, alla rsa e alla trasparenza amministrativa. Tutti temi che dalla primavera 2021 sono oggetto di scontri politici tra maggioranza e opposizione consiliare ma anche di un intenso dibattito in città, con ripercussioni negative sull’immagine della fondazione che gestisce la residenza protetta per anziani in via del Seminario ma che ha un notevole patrimonio di beni e terreni sparsi per Senigallia e in provincia.

«Quando siamo arrivati abbiamo trovato una situazione di difficoltà con fornitori e imposte non pagate per oltre 320 mila euro ma in cassa avevamo al 24 febbraio 2021 solo 75 mila euro». A ciò si affiancano dati negativi sul bilancio per anni, con perdite di esercizio anche di milioni di euro. Deficit legati, secondo l’ultimo cda, ad alcune spese come quelle sostenute per la seconda palazzina, quella sud, aperta nel 2018 inizialmente solo come sede degli uffici amministrativi. Lo spostamento di alcuni degenti, circa 17, nelle stanze sopra gli uffici ha comportato, spiega ancora Canafoglia, un aumento dei costi di gestione e per il personale nonostante il numero di ospiti fosse rimasto lo stesso. Ma non solo.

Il commissario riporta che a novembre 2019 la giunta regionale non avesse concesso all’Asur i fondi necessari per il modulo di cure intermedie – un’assistenza specialistica al termine di una degenza ospedaliera che non può essere effettuata a domicilio – della fondazione, nonostante fossero stati fatti dei lavori per l’adeguamento delle stanze proprio per la promessa di un convenzionamento. Da qui la scelta di abbandonare tale strada per poter puntare sull’ipotesi rsa: la struttura è stata accreditata a novembre 2020 per 17 posti letto, ma non convenzionata. «Il motivo lo ha comunicato il direttore dell’area vasta 2 Guidi al nuovo cda: la domanda per il convenzionamento dei posti letto in rsa alla fondazione era stata presentata in ritardo». E’ sfumata così una doppia possibile risoluzione dei problemi economici della fondazione Città di Senigallia. «Per il modulo rsa se ne riparlerà nel 2023» ha aggiunto Canafoglia.

Nel frattempo persiste una situazione di difficoltà su cui pende la spada di Damocle: il contenzioso con società Autostrade. Tutto nasce per l’esproprio di circa 9 ettari di terreni per la realizzazione della terza corsia dell’A14 e per la complanare. Una prima valutazione parlava di oltre 21 milioni di euro di indennizzo, versati già una decina di anni fa nelle casse della fondazione. In Appello però la cifra è stata ridotta a 6 milioni, ma nel frattempo molte di quelle risorse erano state utilizzate. La palla è ora nelle mani della Cassazione: «Se dovesse esserci un parere sfavorevole alla fondazione, dovrebbero essere restituiti ad Autostrade circa 13,6 milioni di euro di cui l’ente non è in possesso. Oggi noi abbiamo circa 8,4 milioni, quindi ci sarebbe un disavanzo di 6 milioni».

Il commissario Corrado Canafoglia assieme ai dipendenti della fondazione Città di Senigallia
Il commissario Corrado Canafoglia assieme ai dipendenti della fondazione Città di Senigallia

Altra grana per la fondazione Città di Senigallia è la vicenda delle due palazzine, risistemate con risorse che sono aumentate, con affidamenti diretti, fino a circa 7,5 milioni di euro quando la cifra di partenza era di 1,7 mln €. «La ristrutturazione ha riconsegnato gli immobili sicuramente più gradevoli – spiega Canafoglia – ma particolarmente costosi da gestire: una delle cause del deficit di esercizio maturato è proprio l’esistenza di due palazzine tra loro distanti e collegate da un tunnel sotterraneo. La palazzina sud in particolare risulta dotata di rifiniture particolarmente costose ed eccessive rispetto alla funzione a cui è destinata, e presenta spazi antieconomici che rendono gravosa la gestione e per un suo funzionale utilizzo necessitano ulteriori interventi». «Abbiamo in totale 33 camere, è poco più d’una pensione».

Di anti economicità si parla anche per l’operazione Musinf. L’ex sede del museo d’arte moderna, dell’informazione e della fotografia è stata acquistata nel 2014 dalla fondazione per 1,39 milioni di euro, per farne un polo sulle arti visive. Il progetto, da oltre 4 milioni di euro, viene accantonato in seguito, ma la sintesi di Canafoglia è che «è stata pagata un’ingente somma per un immobile destinato urbanisticamente a museo, senza un effettivo controvalore sotto un profilo patrimoniale per l’Ente, da cui necessita un approfondimento se ciò ha prodotto un effettivo danno alla Fondazione».

Oltre alla questione del nuovo monoblocco ospedaliero (costruito su un terreno di proprietà della fondazione Città di Senigallia per cui l’ente sta versando a oggi tremila euro di imu ogni mese a fronte di zero entrate come canone dall’Asur), Canafoglia è voluto intervenire anche sull’operazione Orti del vescovo. Il progetto di riqualificazione di un’ampia porzione di fabbricati in centro storico, tra i via Portici Ercolani e la caserma del XIV reparto mobile della Polizia, è bloccato da anni perché giudicato non conveniente per la fondazione che «ha sempre subito quel progetto». Resistenze erano state trovate anche nel precedente cda a guida dell’ex presidente Michelangelo Guzzonato: «Io – afferma il commissario – ho trovato il coraggio per andare in consiglio comunale e dire no al progetto, mentre altri non l’hanno avuto ma la posizione è la stessa. Oggi stiamo rinegoziando la nostra partecipazione al progetto con una prospettiva favorevole per tutti».

Insomma una situazione decisamente complessa e delicata su cui sono in corso anche indagini per capire se ci siano state negligenze amministrative, o peggio, se si siano verificati dei reati. Ma nel frattempo per uscire da queste difficoltà, oltre alla spending review messa attualmente in atto, serviranno ben altri appoggi. Canafoglia ha voluto ribadire la richiesta di aiuto rivolta a tutti i politici di maggioranza e opposizione, in Comune e in Regione, perché si possa salvare sia il livello occupazionale di 36 dipendenti e famiglie, sia il patrimonio cittadino e sia i servizi a favore della comunità. «Non lasciateci soli» ha concluso.

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