Senigallia

Senigallia, fiume Misa: sicurezza della città e rispetto per la natura possono coesistere

Il consigliere di Amo Senigallia Gennaro Campanile dopo la II Commissione: «I tecnici di Regione e Provincia sono in disaccordo sulle soluzioni da applicare, il Comune non si sa cosa pensi»

Maltempo a Senigallia, innalzato il livello del fiume Misa

SENIGALLIA – Il fiume Misa rimane un pericolo costante ogni volta che le piogge cadono copiose. Ad affermarlo è Gennaro Campanile, che interviene dopo la II Commissione in cui si è discusso degli interventi da realizzare per mitigare il rischio idraulico, registrando che Regione e Provincia litigano sulle necessità di Senigallia. «I tecnici sono in disaccordo sulle soluzioni da applicare tra chi ritiene che si debba evitare che l’acqua arrivi in città e chi ritiene invece che sarebbe meglio pensare al suo deflusso – spiega il consigliere comunale di Amo Senigallia. Il Comune che cosa pensa? Fedele alla sua impostazione non si conosce che cosa pensi e su che cosa punti».

Per Amo Senigallia la soluzione è l’equilibrio tra le varie posizioni, dovendosi certamente ridurre la quantità di acqua che può raggiungere la città – e per questo ben vengano i lavori per le vasche di laminazione tra Bettolelle e Brugnetto che dovrebbero partire entro tre mesi – e aumentare il deflusso di quella che arriva. Come? Ricostruendo i vari ponti, per primo ponte Garibaldi, a campata unica così che i detriti portati dal fiume possano «scaricarsi a mare in tutta tranquillità e non ridurre, come ora, la sezione del fiume con rischio di esondazione in città». Secondo Campanile sarebbe invece un errore congiungere zona porto e fiume in caso di piena. «Meglio allungare il molo di Levante provvedendo a raschiare il fondo per abbassarlo di qualche metro aumentano la sezione di deflusso», dato che la foce del Misa si restringe invece di allargarsi, come avviene praticamente ovunque.

Altro intervento chiave sarà quello di tenere pulito l’alveo del fiume e garantire la sicurezza degli argini, la cui rottura è stata la causa dell’ultima e terribile alluvione, abbandonando una volta per tutte una certa impostazione mentale che preferisce una natura selvaggia anche se pericolosa per l’uomo. Se non si è integralisti rispetto della natura e sicurezza degli uomini e delle cose possono coesistere.

Lo stesso consigliere aveva accennato più volte nei mesi scorsi a un progetto di parco fluviale che potesse unire più finalità, a partire dalla messa in sicurezza dell’alveo alla salvaguardia dell’ambiente, dalle opportunità turistiche a quelle economiche e occupazionali. «Ma ci vorrebbe una visione, un sogno, proprio quello che manca al sindaco: nell’ultimo consiglio comunale ha ribadito la preferenza al contingente. Ma senza sogni oggi non avremmo la complanare o piazza Garibaldi e forse neanche il foro annonario e le tante altre bellezze del centro storico o la stessa rotonda a mare».

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