Senigallia

Fibra ottica e banda ultra larga, via al censimento delle infrastrutture da Senigallia ad Arcevia

La banda ultra larga arriverà nelle vallate Misa e Nevola solo quando sarà terminata la mappatura utile a pianificare gli interventi per la messa in posa della fibra ottica. Per quanto riguarda la tempistica, non è facile fare una previsione: finora si è in ritardo di circa due anni nell’implementazione di questo ormai famoso catasto nazionale

La presentazione del catasto nazionale delle infrastrutture per la banda ultra larga
La presentazione del catasto nazionale delle infrastrutture per la banda ultra larga

SENIGALLIA – Il futuro digitale non è poi così lontano. Il comune di Senigallia, assieme agli altri enti locali delle vallate Misa e Nevola – oltre quindi il discorso dell’unione dei comuni – sta lavorando infatti a un progetto di censimento delle infrastrutture sopra e sotto il suolo, primo passo per una mappatura che possa poi far ottimizzare lavori e investimenti in materia di innovazione tecnologica e banda ultra larga. In poche parole, una sorta di catasto per la gestione ottimale degli interventi e la messa in posa della fibra ottica.

La presentazione dell’adesione al progetto Sinfi si è tenuta in sala consiliare del municipio senigalliese alla presenza di tutti e 9 i sindaci del territorio vallivo. Il catasto del sotto e soprasuolo è uno strumento di coordinamento e trasparenza per la nuova strategia per la banda ultralarga. Non si limita solo a favorire la condivisione delle infrastrutture mediante prima un censimento e poi una gestione ottimizzata del sotto e sopra suolo, ma è anche la piattaforma che gestisce con efficienza e monitora tutti i relativi interventi.

«È un primo passo per la strategia nazionale per la banda ultra larga – ha dichiarato l’assessore all’innovazione tecnologica Chantal Bomprezzi – favorendo la conoscenza di ciò che c’è sopra e sotto il suolo degli 8mila comuni italiani coinvolti per arrivare all’allestimento della fibra ottica sfruttando ciò che già c’è. Il discorso è sia tecnologico che politico perché vede coinvolti gli amministratori che devono essere in questo settore all’avanguardia e lungimiranti».

La presentazione del catasto nazionale delle infrastrutture per la banda ultra larga
La presentazione del catasto nazionale delle infrastrutture per la banda ultra larga

Il progetto pilota per la costituzione del Catasto nazionale delle infrastrutture – che vede i comuni della valle del Misa e Nevola tra i primi nel fornire la documentazione in modo sinergico e esaustivo – si svolge in collaborazione con Infratel, società in-house del ministero per lo Sviluppo economico. Pietro Abbati Marescotti, manager Infratel Italia, ha elencato tutta una serie di benefici che si potranno avere per il territorio, in risposta alla domanda di infrastrutture che arriva costantemente dai vari operatori economico-produttivi e commerciali delle vallate: «censire le informazioni relative alle infrastrutture presenti sul territorio, sia nel sottosuolo che nel sopra suolo, permette di velocizzare lo sviluppo delle reti a banda ultralarga pianificando interventi che ogni operatore dovrebbe fare da sé in un’ottica sinergica. Così si può concretamente risparmiare sui costi di posa della fibra e rendere il territorio appetibile per nuovi investimenti».

Il percorso che vede coinvolti i comuni della vallata è stato portato avanti in maniera collegiale anche da quelle realtà – spiega il sindaco di Arcevia e presidente Cogesco Andrea Bomprezzi – che non fanno parte per ora dell’unione dei comuni “Le terre della marca senone”, segno che la collaborazione che da sempre abbiamo, non si interromperà, men che meno quando ci sono opportunità da cogliere al balzo come questa.

La presentazione del catasto nazionale delle infrastrutture per la banda ultra larga
La presentazione del catasto nazionale delle infrastrutture per la banda ultra larga

Anche la Regione Marche farà la sua parte. A rappresentarla c’era il consigliere regionale Enzo Giancarli (Pd) il quale ha posto l’accento sugli investimenti che il pubblico mette in campo per superare il digital divide che ancora resiste nei territori: oltre ai 72 milioni che arrivano da fondi nazionali, le Marche contribuiranno con 35 milioni di euro di fondi regionali. Fondi che favoriranno sia lo sviluppo economico del territorio ma anche la crescita della democrazia nell’ottica di una sempre maggiore trasparenza.

Per quanto riguarda la tempistica, non è facile fare una previsione: finora si è in ritardo di circa due anni nell’implementazione di questo ormai famoso catasto nazionale. Colpa di molti comuni ed enti locali che non hanno un censimento delle infrastrutture ricadenti nel proprio territorio; ma colpa anche di alcuni operatori che non hanno messo a disposizione ancora tutti i documenti necessari, che vanno comunque sempre verificati per far sì che vi sia sempre una maggiore rispondenza tra quanto è sulla carta (pardon, sul pc) e quanto si riscontra invece in loco.
Per quanto riguarda il territorio vallivo, se le cose procederanno velocemente come finora verificatosi, si potrebbe completare l’opera di catasto “locale” al termine del prossimo mese di maggio, ma sul nazionale ancora i dati non sono di grande auspicio: è stato mappato il 50% delle infrastrutture pubbliche di tutta Italia. Segno che c’è ancora da lavorare prima di poter arrivare concretamente a investimenti per portare la banda ultra larga e il 5G sul territorio delle valli Misa e Nevola.

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