Senigallia

Federico Buffa porta al Teatro La Fenice di Senigallia “Rivadeandrè. Amici fragili”

Il 18 febbraio nuovo appuntamento della stagione promossa da Comune e Amat. Ecco le cose da sapere

Federico Buffa porta al Teatro La Fenice di Senigallia “Rivadeandrè. Amici fragili”
Federico Buffa porta al Teatro La Fenice di Senigallia “Rivadeandrè. Amici fragili”

SENIGALLIA – Federico Buffa porta al Teatro La Fenice di Senigallia “Rivadeandrè. Amici fragili”, nuovo appuntamento della stagione promossa da Comune e AMAT, realizzata con il contributo della Regione Marche e del Ministero della Cultura e in collaborazione con la Compagnia della Rancia.

Scritto da Buffa insieme a Marco Caronna, che firma la regia ed è in scena alle voci, chitarre e percussioni insieme al pianista Alessandro Nidi, lo spettacolo, prodotto da International Music and Arts, racconta un incontro particolare di due grandi personalità.

È il 14 settembre del 1969, dopo una partita a Genova di un Cagliari che proprio quell’anno avrebbe vinto l’unico, storico scudetto. Gigi Riva va a trovare Fabrizio De André nella sua casa di Genova. Sembra un incontro tra due mondi lontanissimi e invece, nel silenzio che caratterizza la prima parte della serata, scorrono i pensieri di due randagi che, in campi e in modo diversi, hanno sempre scelto di stare dalla parte degli altri randagi…

In mezzo ai silenzi si snodano i punti di contatto di due universi che condividono la Sardegna, il popolo della Sardegna, il mare, i colori, il rosso e il blu, uno del Cagliari, l’altro del Genoa, il pubblico che li segue religiosamente, il calcio, la musica, le canzoni… Una in particolare… Quella “Preghiera in Gennaio” che Fabrizio scrive tornando dal funerale dell’amico Luigi Tenco. Una canzone che colpirà nel profondo Riva, Rombo di Tuono. Gigi la ascolta ossessivamente e ne vuole parlare con chi quella preghiera l’ha scritta. Ancora silenzio, pensieri su ciò che è stato e ciò che sarà, scorribande temporali che il teatro ha la magia di rendere più vere del vero, la sera diventa notte.

I due cominciano a parlare. La notte diventa alba, entra in scena un “maître à penser” di Fabrizio, Georges Brassens, ispiratore anche di una certa propensione all’anarchia del più forte attaccante della storia del nostro calcio, scorrono parole e parole di canzoni, galoppate verso un sinistro che gonfia la rete o un inciso che entra nell’anima. Quando le parole diventano di troppo Fabrizio regala a Gigi la sua chitarra, Gigi regala a Fabrizio la sua maglia numero 11. I due si salutano, non si vedranno mai più. Forse, proprio per questo, un incontro diventa teatro.

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