Senigallia

Elezioni: il PD si gode la timida ripresa, il centrodestra pensa al 2020

Il giorno dopo l'esito delle europee e comunali, si tirano le somme di un impegno politico che non finisce qui: i Dem pronti a ripartire, FdI pronta per unire tutte le opposizioni a Senigallia

SENIGALLIA – Il giorno dopo l’esito delle europee e delle elezioni comunali 2019, partiti, sigle, comitati e singoli esponenti fanno i conti con la fiducia espressa dagli elettori. Fiducia che è andata per la maggior parte alla Lega e, solo in secondo luogo, al Partito Democratico. Se molti parlano di crollo del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia, sono in diversi a citare il buon esito di Fratelli d’Italia, anche se dalle “retrovie”.

A livello locale è il segretario del Partito Democratico Giulio Donatiello a intervenire sulla fiducia espressa al PD, in netto miglioramento rispetto alle elezioni politiche di solo un anno fa. I dem sono cresciuti di 4 punti percentuali nel territorio locale passando dal 24 al 28%, ma anche in ambito nazionale – dal 18,8% ha raggiunto il 22,69% – scavalcando quindi i pentastellati. Tra i nomi che hanno permesso tale ripresa, il medico di Lampedusa Pietro Bartolo, David Sassoli, Simona Bonafé e Bianca Verrillo, anche se nessun marchigiano è stato eletto al parlamento europeo.

Questa rinnovata fiducia è «il punto di partenza – spiega Giulio Donatiello – per la ricostruzione di una grande formazione politica attualmente di opposizione e che possa essere vincente alle prossime elezioni politiche. È necessario, ora, continuare su questa strada di dialogo, di confronto, di coinvolgimento avvicinandosi alla gente, ai suoi bisogni primari di lavoro, di stabilità, di sicurezza e non alimentare divisioni, odio e guerre tra poveri».

L’elezione di Pietro Bartolo, il noto medico di Lampedusa, all’europarlamento è stata salutata con gioia da una larga fetta di elettorato di sinistra, ma anche del cosiddetto cittadino “laico”. La sua candidatura era nata innanzitutto – come afferma il “comitato Le Marche per Bartolo in Europa” – per «riaffermare alcuni principi e valori come quelli della solidarietà e dell’accoglienza in totale controtendenza rispetto all’intolleranza ed all’egoismo che sembrano contrassegnare lo spirito dei tempi. Il secondo obiettivo era quello di provare a ridare alla politica la funzione che le spetta e che sembrava archiviata per sempre, quella di testimonianza alta, quella di luogo nel quale le storie migliori, le testimonianze più autentiche e credibili potessero trovare cittadinanza. La politica regno non dei risentimenti più meschini ma dei sentimenti migliori: il senso di giustizia, di fraternità, di umanità. E, ultimo ma non da ultimo, l’ambizione di riunire attorno a questi valori i diversi mondi e le differenti anime della sinistra».

Obiettivi ambiziosi ma che evidentemente sono risultati premianti alle elezioni di domenica 26 maggio: Pietro Bartolo ha raggiunto un «risultato che va al di là delle più rosee aspettative: primo tra i candidati nelle liste del Pd della circoscrizione delle Isole, primo nelle Marche, secondo nella Circoscrizione dell’Italia centrale. Un risultato ancora più significativo e prezioso proprio perché maturato in una tornata elettorale caratterizzata dal pericoloso avanzare della destra estrema di Salvini».

Per il Partito Democratico però si preannunciano periodi difficili, specialmente in ambito locale. Ad esserne sicuro è Marcello Liverani, componente dell’assemblea nazionale di Fratelli d’Italia, che interviene in vista delle prossime elezioni, quelle della primavera 2020 in cui Senigallia rinnoverà l’amministrazione dopo due giunte Mangialardi. Dopo aver dato uno sguardo ai risultati elettorali nazionali, Liverani dà un “occhio” alla spiaggia di velluto sostenendo che sia «palese, lo dicono i numeri, che uniti si vince, ed è altrettanto palese che se si andrà “sciolti”, si riconsegnerà la città a chi l’ha distrutta dal 1998 ad oggi: la sinistra. Da venti anni la sinistra governa Senigallia, e da venti anni il centrodestra “gioca a perdere” non essendo mai stato unito, avendo messo veti, imposizioni, invidie, personalismi e interessi personali. Per Fratelli d’Italia non può e non deve più funzionare così. L’intero Centro destra dovrà sedersi intorno ad un tavolo e trovare una quadra comune non per i propri interessi, ma per il bene della città e dei cittadini».

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