Senigallia

Amministrative, tante promesse elettorali per la città di Senigallia

Si moltiplicano gli incontri in vista delle elezioni comunali e non mancano le proposte, alcune fantasiose altre più concrete, che i candidati avanzano. Campanile: «Il libro dei sogni, ma poi c'è la realtà»

Il comune di Senigallia
Il comune di Senigallia

SENIGALLIA – Dal confronto tra i programmi dei vari candidati potrà nascere per l’elettore una scelta consapevole, eliminando però quelle che sono le solite promesse elettorali e quelle invece che non sono minimamente realizzabili. È il parere di Gennaro Campanile, candidato a sindaco di Senigallia, in vista delle elezioni comunali del 20 e 21 settembre prossimi. Una riflessione che muove dall’esito di alcuni incontri tra i candidati che si sono svolti in città.

«Ci sono tante proposte e promesse elettorali – spiega Gennaro Campanile, candidato di AmoSenigallia al governo della spiaggia di velluto – che sono state rese note, alcune più fattibili, altre meno: per qualcuno è come un libro dei sogni. C’è chi vorrebbe il fiume Misa attraversato da ponti nuovi e grandi, chi vorrebbe l’internalizzazione di tutti i servizi, la riduzione delle tasse, l’abolizione della tari, il verde pubblico diffuso, le alberature in ogni luogo, il turismo 12 mesi all’anno, il parcheggio sotto casa e strade libere dalle auto, il collegamento tra i due lungomari, la riqualificazione delle frazioni, un ospedale all’altezza della città, i servizi sociali all’avanguardia, lo sport sociale. Poi però c’è la realtà».

Se di fronte ci si trova poi la solita carenza di risorse, vincoli, burocrazia, lacci e lacciuoli, interessi privati, esigenze non conciliabili tra le varie categorie, ecco che l’impatto con la realtà può essere molto duro. E le promesse elettorali rimangono destinate solo alla carta stampata o al web.

Gennaro Campanile
Gennaro Campanile

«Per “Amo Senigallia” cambiamento non vuol dire azzerare tutto e fare un salto nel buio leggendo il libro dei propri sogni, ma modificare il “modo” di governare, intervenendo su ciò che è stato sbagliato e confermando invece il tanto di buono fatto. Ed è il “qualcosa di buono” che va ampliato. Dà consenso dire di togliere le auto dalle strade senza indicare come e dove metterle. Dà consenso parlare di nuovi parcheggi senza precisarne l’ubicazione. Dà consenso togliere le tasse e la tari senza dire che cosa si taglia poi e chi pulisce la tanto decantata spiaggia che è alla base del nostro turismo. E si potrebbe continuare passando ai contenuti in cui il Comune non può intervenire per legge, ma dove può e deve assolutamente svolgere un ruolo attivo».

Quello che Campanile propone è innanzitutto un cambio di metodo, per far sì che dalle promesse elettorali (che poi spesso si trasformano in progetti calati dall’alto) si passi a una serie di proposte condivise e partecipate. Per questo serve recuperare e cambiare il rapporto con il mondo dell’associazionismo, con le categorie, con i partiti. Insomma prima si fanno i conti con la realtà e prima di riesce a pensare al concreto che può modificare davvero la vita dei cittadini. Esponendosi anche alle critiche, ma «dando agli elettori la possibilità di scegliere effettivamente tra sogni (necessari ma pur sempre sogni) e realtà (meno affascinante ma molto più concreta)».

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