Senigallia

Edilizia popolare, botta e risposta tra maggioranza e opposizione a Corinaldo

Voce Comune per Corinaldo e Corinaldo Civitas escono dall’aula: «Perso un milione di euro». Replica il sindaco Aloisi: «Siamo in contatto per soluzioni alternative, nulla è perduto»

Palazzo Fata a Corinaldo
Palazzo Fata a Corinaldo

CORINALDO – Perso un milione di euro per l’edilizia residenziale pubblica. Questa è l’accusa che il gruppo Voce Comune per Corinaldo lancia all’amministrazione comunale dopo la votazione circa la rinuncia dell’investimento su palazzo Fata-Marcolini. Ma il sindaco respinge le accuse rassicurando che il dialogo continuo con l’Erap Marche porterà a nuove soluzioni sempre a beneficio della collettività.

La vicenda politica nasce dall’ultimo consiglio comunale, in cui la giunta Aloisi ha votato un atto di rinuncia da parte di Erap che non investirà più, così come concordato con la precedente amministrazione, 1 milione di euro nella realizzazione di strutture residenziali nel centro storico Corinaldo. In particolare nel noto palazzo Fata, detto anche Marcolini, che si affaccia su piazza Il Terreno e che aveva bisogno di un forte restyling che potesse in qualche modo anche rilanciare la parte antica del borgo anche in termini di ripopolamento.

L’atto in consiglio, senza alcun passaggio in commissione per informare i consiglieri di opposizione – questa è una delle lamentele – ha portato all’uscita dall’aula dei gruppi consiliari Voce Comune per Corinaldo e Corinaldo Civitas. «La perdita di questi soldi e il fatto che non sia stato previsto un contestuale intervento sostitutivo, mina, senza se e senza ma, il diritto alla casa – sostiene la capogruppo Giorgia Fabri -. Tale diritto, infatti, oltre a essere per noi un diritto primario, sta alla base anche dello sviluppo del paese e del sostegno di alcune fasce più fragili della popolazione».

La maggioranza fa però quadrato attorno alla scelta della giunta. Lo stesso sindaco Aloisi ha motivato l’atto spiegando che un privato – quindi con tempi assolutamente diversi da qualsiasi intervento pubblico – si farà carico di acquisire e ristrutturare palazzo Fata, riservando al Comune tramite canone d’affitto da concordare i piani per scopi culturali. «Non perdiamo alcun contributo, perché siamo in contatto costante con l’Erap per valutare soluzioni alternative a palazzo Fata in cui realizzare appartamenti per l’edilizia residenziale pubblica» ha dichiarato il primo cittadino. Che continua: «Così l’intervento diventa più sostenibile per le casse comunali che potevano permettersi l’acquisto del palazzo ma non la sua ristrutturazione e messa a norma per scopi pubblici».

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