Senigallia

Imprese, Cicconi Massi: «Il Bonus vacanze ha inciso poco a Senigallia»

Chiuso circa il 30% degli alberghi, complice l'incertezza che c'era fino a poche settimane fa. Dei finanziamenti alle attività è arrivato ben poco secondo il responsabile di Confartigianato. Il punto sull'estate

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La spiaggia di velluto di Senigallia affollata di bagnanti

SENIGALLIA – C’è preoccupazione tra le imprese del senigalliese e dintorni. Sia per la situazione economica ma anche per quella sanitaria che avrà, inoltre, ripercussioni sugli affari, come è avvenuto nei mesi primaverili. Un aumento dei contagi, seppur lieve, fa tornare alla mente i mesi di chiusura e le scadenze delle tasse che sono slittate fino ad ora e non permettono ancora di accantonare delle risorse sufficienti per far fronte a un eventuale secondo lockdown già attivato in vari paesi anche dell’Europa. Nel frattempo, chi può rimane aperto, cercando di recuperare il terreno perso in precedenza.

Abbiamo fatto il punto della situazione con Giacomo Cicconi Massi, responsabile Confartigianato di Senigallia. «Nel nostro territorio c’è forte preoccupazione tra le imprese, soprattutto per il periodo da settembre/ottobre. Ora ci sono alcune scadenze per quanto riguarda le tasse e quindi si vedrà se i finanziamenti regionali, come la piattaforma 210, o statali saranno stati sufficienti, ma la sensazione tra gli imprenditori è di essere già ora al limite». Ovviamente in questo periodo estivo, ma il discorso è a macchia di leopardo, per alcuni settori è il momento in cui si fanno più affari e questo incide sull’andamento annuale. «Non siamo ancora ai livelli degli anni scorsi, siamo più come durante l’inverno: si lavora ma non si può parlare di normalità».

Dalla ristorazione alla somministrazione, è in questo settore che si registra l’incremento maggiore nel giro d’affari soprattutto tra coloro che hanno investito ammodernando le strutture. Discorso a parte per quelle realtà considerate delle eccellenze del settore che si son fatte trovare pronte, mentre per la maggior parte delle attività si assiste a una sofferenza generalizzata già adesso, nonostante il turismo. Insomma, luci e ombre.

Sulla spiaggia di velluto gli stabilimenti balneari registrano un grande afflusso di bagnanti, soprattutto dell’entroterra marchigiano e umbro; pochissimi gli stranieri. «Non c’è lo stesso movimento degli anni passati, questo ormai è assodato – spiega ancora Cicconi Massi. Il turismo è più di prossimità e ciò significa soggiorni più brevi o addirittura singole giornate». Un atteggiamento da mordi e fuggi che, complice il clima di incertezza che si respirava fino a un mese fa, ha costretto circa un 30% delle strutture ricettive alberghiere della spiaggia di velluto a rimanere chiuse. Con ripercussioni sull’indotto: dai dipendenti e lavoratori stagionali alle imprese collegate, dai fornitori ai professionisti, artigiani, lavanderie. In questo contesto, «il bonus vacanze ha inciso relativamente a Senigallia, perché solo le strutture finanziariamente solide hanno potuto anticipare la quota» che il turista non versa e che figura poi come credito d’imposta.

Giacomo Cicconi Massi
Giacomo Cicconi Massi

In questo clima non sono molti quelli che si concedono le ferie: se si guarda al settore ristorativo, l’estate non è certo il momento della chiusura ma anzi della massima apertura, a oltranza; stesso discorso se si guarda il commercio. Più difficile la situazione dell’artigianato che già versava prima del covid in uno stato di crisi: per i professionisti della vallata del Misa c’è, secondo la Confartigianato, più o meno la stessa diminuzione delle commesse e fatturato che si registra ogni agosto; le realtà industriali o comunque più strutturate invece fanno fronte alle ferie e calo degli ordini con una turnazione che permette quasi di non fermarsi o di limitare lo stop alle attività ad appena una settimana, anche in virtù delle esigenze anti contagio.

Il problema principale, conclude il responsabile Confartigianato di zona Giacomo Cicconi Massi possibile, è la carenza di risorse per fronteggiare il futuro: «vero che c’è disponibilità e maggiore attenzione anche dal governo a disporre di ulteriori finanziamenti ma è anche vero che finora alle imprese è giunto pochissimo, altro che potenza di fuoco annunciata da Conte».

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