Senigallia

Diffamazione all’ex esponente della Lega, condannati due consiglieri comunali Fdi a Senigallia

Marcello Liverani e Davide Da Ros erano stati querelati nel 2018 da Michela Silvestrini, allora militante nel carroccio assieme a Da Ros: dovranno risarcirla con 15 mila euro. Assolti invece per il reato di calunnia

SENIGALLIA – I consiglieri comunali Marcello Liverani e Davide Da Ros (FdI) sono stati condannati in primo grado per diffamazione nei confronti dell’ex militante della Lega Michela Silvestrini. Il giudice ha stabilito una pena a 6 mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena oltre a un risarcimento dei danni di 15 mila euro e al pagamento delle spese legali a favore della parte civile. I due esponenti di Fratelli d’Italia sono stati assolti invece dall’accusa di calunnia, per la quale il pubblico ministero Dicuonzo aveva chiesto 1 anno e 4 mesi di reclusione. Ma fanno sapere che ricorreranno in appello.

La sentenza è stata pronunciata, a seguito di rito abbreviato, dal giudice Pallucchini ieri mattina, giovedì 15 dicembre. La vicenda nasce da un post su Instagram di una minorenne: le frasi hanno allarmato alcuni familiari e conoscenti che hanno fatto presente a Liverani e Da Ros le dichiarazioni sui social in cui la giovane manifestava un certo disagio: “I miei familiari non mi capiscono e mi fanno piangere”… “Meglio morire che rimanere in questo mondo di m…”. Quello che sembrava uno sfogo adolescenziale dopo un litigio con un genitore è divenuto quattro mesi dopo, nell’ottobre 2018, oggetto di una segnalazione ai servizi sociali dell’Asur di Senigallia.

L’avvocato Roberto Paradisi ha dichiarato che «la militante della Lega Michela Silvestrini fu diffamata dagli attuali consiglieri comunali Marcello Liverani e Davide Da Ros che presentarono una segnalazione a suo carico dimostratasi inveritiera e infondata». Ha anche sottolineato «l’intento delittuoso dei due finalizzato a colpire un’avversaria politica interna», motivo per cui è soddisfatto per la «sentenza esemplare che restituisce serenità e giustizia alla persona offesa».

Dall’altra parte il difensore degli imputati, avv. Domenico Liso, che aveva chiesto l’assoluzione per entrambi i capi di imputazione, ha commentato così la sentenza: «Si tratta di un processo in cui due persone per bene, che hanno voluto segnalare ai servizi sociali dell’Asur di Senigallia un messaggio disperato di una minore presentato attraverso uno screenshot, si sono ritrovati rinviati a giudizio per diffamazione calunnia dalla mamma della giovane, per aver ricavato alcuni giudizi di ordine etico sulla situazione di disagio familiare espresso proprio in quel messaggio». Liverani e Da Ros «si sono fatti interpreti dell’allarme segnalato da altri dopo aver letto il messaggio».

L’episodio ha suscitato molto clamore in città. Il Pd senigalliese è voluto intervenire spiegando di aver «appreso con stupore della condanna del capogruppo di Fratelli d’Italia Davide Da Ros, e del consigliere comunale Marcello Liverani, per diffamazione nei confronti della “collega” di coalizione della Lega Michela Silvestrini. Senza voler entrare nel merito delle decisioni prese, c’è però da rilevare un fatto politico che riguarda la maggioranza dell’amministrazione Olivetti. È evidente che, nemmeno all’interno degli stessi partiti di coalizione, ci sia più la giusta serenità per andare avanti nell’amministrazione. Non basterebbe nemmeno il solito comunicato firmato da tutte le forze che sostengono Olivetti, qui c’è proprio un tema politico di grande conflitto interno alla Lega e a Fratelli d’Italia».

Immediata la replica di Lega e Fratelli d’Italia di Senigallia: «Il rapporto tra Lega e FdI a Senigallia rimane saldo e granitico come con tutto il resto della maggioranza. Le polemiche fatte emergere dal PD che ad ogni costo, in questo caso addirittura occupandosi di vicende private, cerca di mettere zizzania tra la maggioranza risultano alquanto riprovevoli soprattutto perché coinvolgono le vite di tre cittadini per un fatto che nulla ha a che fare con la politica e riguarda un passato molto lontano. Per quanto riguarda la Lega, la persona coinvolta non ha nessun incarico elettivo e non fa più parte del partito da diverso tempo».

A smorzare i toni ci pensa lo stesso avvocato dei due consigliere comunali condannati: «I toni trionfalistici e le esaltazioni devono essere temperate e ridimensionate dall’obiettiva constatazione del fatto che per il reato più importante e grave, la calunnia, li abbia visti assolti. Ci rivolgeremo in appello non appena avremo letto le motivazioni della sentenza, sono sicuro che si renderà giustizia dell’intera vicenda».

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