Senigallia

Coronavirus, oltre 40 positivi tra gli ospiti delle residenze per anziani di Senigallia: due decessi

Sale il numero dei contagiati dal Covid-19 nelle strutture di riposo della spiaggia di velluto. Grazie alla prevenzione non si registrano situazioni più drammatiche

La residenza protetta della Fondazione Città di Senigallia
La residenza protetta della Fondazione Città di Senigallia

SENIGALLIA – Sono una quarantina gli ospiti della fondazione Città di Senigallia e della fondazione Opera Pia Mastai Ferretti risultati positivi al tampone per Covid-19. Un numero che è accompagnato da altri dati: oltre 20 sono isolati in speciali reparti all’interno delle strutture, 18 sono invece ricoverati in ospedale, due i decessi.

Numeri ma non solo: se da un lato servono per avere una panoramica della situazione Coronavirus nelle residenze per anziani di Senigallia, dall’altro dobbiamo sempre ricordarci che si tratta di persone. Ecco perché anche un numero così piccolo – se confrontato con altre realtà italiane – può avere un risvolto drammatico. Eppure questa è la prima vera fotografia della situazione a Senigallia.

Di ciò che è avvenuto alla fondazione Opera Pia Mastai Ferretti ne aveva dato contezza lo stesso presidente Mario Vichi; per ciò che concerne invece la fondazione Città di Senigallia è il presidente Michelangelo Guzzonato a parlare: è lui che, intervistato dal settimanale L’Espresso, ha voluto spiegare come solo grazie alla prevenzione si siano potuti evitare numeri più importanti.

Prevenzione che per la struttura per anziani di via del Seminario, a due passi dall’ospedale cittadino, ha significato disporre lo stop alle visite dall’esterno dei familiari degli ospiti; cercare di isolare i pazienti che hanno presentato i primi sintomi e cercare di effettuare i tamponi a tutti (ospiti e personale dipendente e volontari) anche insistendo sulla direzione sanitaria regionale. Oltre, ovviamente, a tutte le precauzioni del caso come gel disinfettanti presenti in ogni ala della struttura e dispositivi di protezione individuali. Se non fosse stato predisposto ciò, spiega Guzzonato, oggi si conterebbero le bare.

Anche il personale ha risentito dell’infezione: la caposala è tornata al lavoro dopo due settimane di isolamento, mentre altre quattro dipendenti della cooperativa che lavorano all’interno della residenza protetta sono risultati positivi e sono ancora fuori servizio. Un deficit di personale da cui la fondazione è ripartita con l’assunzione a tempo determinato di altri oss per far fronte alle esigenze di quegli ospiti che sono in struttura e che hanno bisogno di assistenza e cure continue e che non possono, ancora per un po’, riabbracciare i propri cari.

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