Senigallia

Fotografia, a Senigallia la mostra sull’osimano Domenico Taddioli

Allestita allo spazio Piktart l'esposizione su 27 opere fotografiche di uno degli allievi di Cavalli, un viaggio nel reportage sociale tra il centro e sud dell'Italia anni '60

Fotografia di Domenico Taddioli
Fotografia di Domenico Taddioli

Fino al 6 dicembre è allestita allo spazio Piktart in via Mamiani a Senigallia la mostra sul fotografo osimano Domenico Taddioli (1930-2018). Un’esposizione di 27 opere di uno degli allievi di Giuseppe Cavalli, che ha sperimentato negli anni ’60 il genere del reportage sociale dando il proprio contributo a una delle stagioni più vive della fotografia italiana, oggi riconosciuta nel mondo.

La mostra “Lontane realtà”, a cura di Simona Guerra, racconta di esperienze e luoghi di un sud Italia magico ed esotico, tra festa e tradizioni di un passato così vicino – parliamo del secondo ’900 – ma al contempo così distante da noi. Taddioli ha saputo dar vita a un percorso personale che lo ha spinto verso la Basilicata (1965, 1969), la Puglia (1962-1964), l’Abruzzo (1965, 1967) e l’Umbria (1965 e oltre) ma anche altre zone d’Italia comprese ovviamente le Marche. Un viaggio con preziose testimonianze di un patrimonio storico e sociale tutto italiano, come per esempio il caso di Castelluccio di Norcia, ripresa per la prima volta nel 1965 quando era ancora una meta sconosciuta ai fotografi. Un patrimonio che non c’è più o che non può tornare.

Taddioli si inserisce con la sua opera nel contesto culturale regionale del dopoguerra che aveva due approcci fotografici vissuti come opposti: quello formalista portato avanti da Cavalli (“scuola” di Senigallia) e quello realista proposto da Luigi Crocenzi (“scuola” di Fermo). La sua posizione è sempre stata al di sopra di orientamenti rigidi, affermando che la fotografia è una compagna di emozioni e ricordi e il senso con cui ha vissuto quest’arte è stata quella di rendere grazie alla bellezza che lo ha circondato in vita.

Nel 1964 è fondatore dell’associazione fotografica osimana “Senza testa”. Per le fotografie di reportage nate dai suoi viaggi nella bellezza italiana, Taddioli riceve numerosi premi e riconoscimenti: tra questi, nel 1962 viene nominato Artista della Federazione Internazionale Arti Fotografiche – AFIAP; nel 1995 esce una sua monografia promossa dalla FIAF che nello stesso anno gli conferisce l’onorificenza di MFI – Maestro della fotografia Italiana. Sue opere sono conservate e sono state esposte, oltre che in Europa anche in Russia e negli Stati Uniti.

La mostra è aperta da martedì a domenica, dalle ore 18 alle 20. Visite solo su appuntamento chiamando il 338.8048294.

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