Covid: Mangialardi prosciolto dalla diffamazione rincara la dose, Pizzi replica
Senigallia

Covid: Mangialardi prosciolto dalla diffamazione rincara la dose, Pizzi replica

Il vicepresidente dell'assemblea regionale commenta: «Vicenda solo per screditarmi». Il vicesindaco di Senigallia: «Polemica sterile»

Maurizio Mangialardi e Riccardo Pizzi
Maurizio Mangialardi e Riccardo Pizzi

SENIGALLIA – Ancora un botta e risposta tra il vicesindaco Riccardo Pizzi e il vicepresidente dell’assemblea regionale Maurizio Mangialardi. Galeotta fu l’iniziativa in tempo di covid dell’assessore della giunta Olivetti criticato dal consigliere regionale. A tal punto da sporgere querela che si è conclusa con un proscioglimento di Mangialardi e nessun passo indietro di Pizzi.

La recente notizia del proscioglimento dalla diffamazione è stata accolta ovviamente con favore da Mangialardi che ha ricostruito «il lungo e incerto iter per arrivare a questo esito» cosa che «ha comportato sofferenze e preoccupazioni, oltre a un notevole spreco di tempo, energie e denaro per il sistema giudiziario. Sorprendente e paradossale il solo fatto che la procura abbia chiesto il rinvio a giudizio in una vicenda che appariva come chiarissima sin dall’inizio. Non contento di aver organizzato un party durante il Covid, disattendendo tutte le normative volte a tutelare la salute pubblica durante la pandemia, Pizzi ha pensato bene di denunciarmi per il solo fatto di aver evidenziato il tema. Ha denunciato solo me, nonostante l’accaduto fosse stato giustamente denunciato a mezzo stampa da tanti altri autorevoli esponenti politici».

Mangialardi ha commentato spiegando che «per un comunicato dai toni fermi ma assolutamente non offensivi, Pizzi mi ha richiesto 25 mila euro di risarcimento. Sarei stato disponibile a chiudere questa vicenda imbarazzante con una stretta di mano, sarebbe stato già solo questo un onore per un querelante che si atteggia a danneggiato ma è in realtà l’autore di un reato. Si è trattata dell’ennesima vicenda giudiziaria che mi ha riguardato in prima persona senza alcun fondamento in miei presunti e inesistenti illeciti, legata semplicemente (questa come altre) ai fallimenti di una mediocre politica locale tanto incapace di amministrare quanto livorosa nel perseguire percorsi giudiziari volti semplicemente a screditare immotivatamente».

Alle parole di Maurizio Mangialardi hanno fatto seguito quelle di Riccardo Pizzi che prima sposta il tiro: «Il rispetto dovrebbe portare il sig. Mangialardi a non affermare che il sottoscritto “è l’autore di un reato”, in assenza di qualunque sentenza che lo abbia condannato per qualsivoglia reato e senza che il sottoscritto sia mai stato indagato o imputato nel benché minimo procedimento penale». E poi commenta la polemica definendola sterile: «Pare che per il signor Mangialardi si sia chiuso “un periodo difficile di sofferenze e preoccupazioni, oltre ad un notevole spreco di tempo, energie e denaro per il sistema giudiziario” – afferma il vicesindaco che non fa un minimo passo indietro rispetto alla vicenda – mi auguro che egli possa svolgere ora al meglio i propri compiti istituzionali, così come sempre fatto dal sottoscritto nell’interesse della collettività, senza che quest’ultima debba essere spettatrice di “confronti politici“, se di ciò stiamo parlando, sterili e fini a se stessi».

Sempre sul tema covid, oltre alla festa di compleanno della figlia, Pizzi era scivolato anche su un post condiviso «parola per parola» in cui si definiva il covid una malattia per anziani e malati. Ne era seguito un intenso dibattito in cui tutti – compresa la sua stessa lista civica creata ad hoc per le elezioni 2020 – gli avevano chiesto un passo indietro. In quel caso avvenne, con le scuse pubbliche, anche se ciò non stemperò le meritate critiche perché di fatto difese la sua posizione additando le diverse interpretazioni.