Senigallia

Contratto di fiume, si passa alla fase B

Attivata a fine 2016, la fase iniziale di studio si è rivelata molto complessa: si discuterà ora del quadro strategico e del piano d'azione

Erosione della sponda sinistra del fiume Misa nella zona Molino Marazzana di Senigallia
Erosione della sponda sinistra del fiume Misa nella zona Molino Marazzana di Senigallia

SENIGALLIA – Se i lavori sul fiume Misa sono al momento fermi – sia per quanto riguarda le vasche di espansione, sia per l’escavo dell’alveo e per il rafforzamento degli argini – procede invece con ritmo molto blando il processo di attuazione del Contratto di fiume. Si tratta di quel particolare tavolo per la gestione del bacino idrografico Misa-Nevola finora rimasto un po’ invischiato in una fase iniziale di studio, durata circa due anni per via della complessità del tema.

Quel tavolo interistituzionale a cui partecipano tutti i soggetti interessati alla gestione del fiume, comprese quindi associazioni e singoli cittadini, dopo una fase iniziale di studio del bacino idrografico iniziata a fine ottobre 2016, è arrivato finalmente a concludere la prima parte del suo lavoro. Ad annunciarlo “a bassa voce” è stata la giunta comunale tramite la delibera n.50 del 12 marzo 2019Gestione del processo di attuazione del Contratto di Fiume – Bacino idrografico Misa-Nevola: fase B e fase C”.

L’assemblea del CdF del 24 ottobre 2016 aveva approvato infatti un programma di lavoro con tre fasi attuative: «Una fase A – si legge nel testo della delibera – per definire esattamente l’area di competenza operativa del Contratto di fiume, un quadro conoscitivo sintetico e un dossier di sintesi con l’indice dei piani, programmi e progetti esistenti sul bacino attraverso focus dedicati».
La stessa delibera dà mandato al dirigente dell’area tecnica territorio-ambiente di predisporre gli atti necessari per la convenzione di incarico per la gestione del processo di attuazione delle restanti fasi.

Il secondo momento (fase B) è finalizzato a mettere in atto processi partecipativi aperti e inclusivi, attraverso tavoli di lavoro specifici e dedicati per condividere gli intenti sottoscritti nel manifesto e arrivare a un quadro strategico, a un piano d’azione preliminare e al documento strategico, che definisca lo scenario atteso, riferito ad un orizzonte temporale di medio-lungo termine.

L’ultima, la fase C, è invece finalizzata alla redazione del piano d’azione e del protocollo d’intesa tra gli stakeholders pubblici e privati, per arrivare alla composizione e sottoscrizione in forma pubblica tra stakeholders pubblici e privati del protocollo di intesa – contratto di fiume.

Tante parole per dire che gli interventi sul fiume vengono ancora decisi dalla Regione senza la minima concertazione né condivisione con il territorio (se non a cose fatte), come testimoniato dalla volontà di velocizzare i progetti definitivi espressa giorni fa dal presidente del Consorzio di Bonifica Claudio Netti. Anche perché il tavolo creato ad hoc – il Contratto di fiume per l’appunto – è ben lungi dall’aver definito sia il quadro strategico sia il piano d’azione per l’area di Senigallia e della sua vallata.

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