Senigallia

Consultorio smantellato, l’appello di 90 cittadini di Senigallia: «Servono risorse e personale»

Dopo anni di tagli alle risorse e al personale dei servizi pubblici, la situazione si fa sempre più grave. «Per molte e molti è impossibile accedere ai servizi»

Il poliambulatorio di via Campo Boario a Senigallia. Foto: Google Street View
Il poliambulatorio di via Campo Boario a Senigallia. Foto: Google Street View

SENIGALLIA – È un accorato appello quello che arriva da un gruppo di cittadine e cittadini perché si intervenga a salvaguardare il consultorio di Senigallia. Struttura gravemente indebolita nelle risorse umane e costantemente minacciata ormai da anni, attraverso uno smantellamento della sanità pubblica che agisce solo a favore del privato.

«È particolarmente grave quanto sta accadendo a Senigallia – riportano le oltre 80 persone di Senigallia, ma non solo, firmatarie dell’appello – In 15 anni abbiamo assistito al depauperamento del personale e del sistema di equipe indebolendo drasticamente l’aspetto della prevenzione, l’inclusione delle fragilità e la presa in carico totale della persona. In sostanza per molte e molti è impossibile accedere ai servizi».

A causa di un grave sottodimensionamento del numero di ostetriche e ginecologhe in servizio al consultorio di Senigallia, è solo con difficoltà e tanta determinazione di chi vi lavora che si riesce a portare avanti con l’assistenza alla gravidanza, la contraccezione a lungo termine gratuita e le attività con le giovani e i giovani adolescenti e preadolescenti sia all’interno delle scuola che nello ‘spazio giovani’ dentro al consultorio stesso. Eppure, nonostante il diritto alla salute sia un diritto universale e irrinunciabile, tutelato dalla nostra Costituzione, «viviamo un momento storico difficile in cui la salute di ciascuna è minacciata da crisi di ogni tipo e dal lento e costante smantellamento della sanità pubblica. Per questo torniamo a sollecitare e a rimarcare l’importanza della piena applicazione della legge nazionale numero 405 del 1975 sui consultori pubblici». 

«Secondo la legge nazionale – continua il gruppo di attivisti e attiviste – nei consultori dovremmo trovare una equipe stabile di cui fanno parte: ostetriche, ginecologhe, psicologhe, assistenti sociali, infermiere». Equipe che si dovrebbe occupare di colloqui sociali, psicologici e psicoterapie brevi per le problematiche relative alla vita di coppie, famiglie e singoli. Pap test per la prevenzione del tumore del collo dell’utero, secondo il programma regionale per lo screening del cervico carcinoma. Incontri di accompagnamento alla nascita e promozione dell’allattamento al seno. Consulenza per infertilità e sterilità. Consulenza per la contraccezione e prescrizione di contraccettivi. Consulenza e presa in carico nei casi di interruzione volontaria della gravidanza (Ivg). Visite ginecologiche per i programmi di prevenzione (screening tumore cervice uterina, promozione contraccezione, salute della donna in età fertile ed in menopausa e follow up oncologici). Attività di prevenzione per il benessere degli/delle adolescenti: ovvero educazione sessuale, affettiva ed emotiva nelle scuole (un servizio di prevenzione primaria per la tutela della salute). 

«Chiediamo che il nostro consultorio sia in salute, attivo e rigoglioso – si appellano i firmatari e le firmatarie dell’appello – rispettoso degli obiettivi della legge nazionale oltre che sensibile alle nuove necessità». Questioni economiche sulle risorse da investire nella sanità pubblica si intersecano quindi con le problematiche ben note sulla mancata (o non completa) applicazione delle linee guida dell’agosto 2020 sull’interruzione farmacologica di gravidanza; con la formazione del personale sanitario per i percorsi salute della comunità LGBTQIA+: «servono percorsi specifici, professionali e non giudicanti». Tra le richieste c’è anche il necessario «aumento del personale sanitario affinché i tempi di attesa e la possibilità di presa in carico permettano l’accesso al servizio», oltre alla «presenza della mediatrice linguistica culturale, visto il numero elevato di utenti stranieri». 

All’orizzonte altre iniziative e una raccolta firme per sostenere tali richieste.

Firmato:

Francesca Improta, Daniela Mariani, Manuela Bartolucci, Tiziana Perini, Maria Cristina Giombetti, Federica Daniele, Cristina Gagliardone, Pina Massi, Orietta Candelaresi, Massimo Bellucci, Elena Morbidelli, Donatella Terenzi, Serena Anzalone, Giulia Zandri, Carla Carletti, Luisa Faboni, Nicoleta Gabriela Bancila, Adriana Magnarini, Roberta Leone, Morena Gazzetti, Francesco Mancini, Claudia Mancini, Nicola Mancini, Ivana Taddei, Nicole Fiscaletti, Daniele Bonazza, Felice Primo, Valentina Tendas, Valentina Conigli, Marianna Lombardi, Gabriele Palestrini, Alessandro Mandolini, Emanuela Foligni, Roberto Mancini, Margherita Mancini, Barbara Baldassari, Nausicaa Fileri, Paola Curzi, Francesca Agnusdei, Luana Pedroni, Cardenia Cingolati, Fabiola Tonelli, Teresa Morante, Patrizia Gresta, Carlo Moscatelli, Carmen Massacci, Marco Scattolini, Fiorenza Vernelli, Simona Sabatini, Davide Anzalone, Ivana Apolloni, Isabella Balducci, Stefano Giuliodoro, Antonella Del Corona, Roberto Rossi Magi, Riccardo Rossi Magi, Maria Pia Pronti, Francesco Bonazza, Catia Ventura, Marzio Sorrentino, Iose Avaltroni, Giancarlo Verdini, Giuseppe Santoni, Patrizia Pasquali, Marcello Ventura, Romina Veschi, Rosanna Pistelli, Evasio Ciocci, Attilio Casagrande, Gabriele Carbonari, Marco Nervi, Francesca Anderlini, Beatrice Brighenti, Debora Vici, Maurizio Tonini Bossi, Massimiliano Giacchella, Federica Fuligni, Ilaria Mauric, Nadia Maldone, Roberto Primavera, Fiorella Macheselli, Licio Grossi, Carlo Girolametti, Paolo Negri, Beatrice Perkins, Marina Bruschi, Lisa D’Ignazio.

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