Senigallia

Dal consiglio di Senigallia a salvare migranti in mare: Pergolesi di nuovo a bordo della Resq

Seconda avventura per l'esponente di "Diritti al Futuro" per cercare di evitare altre morti in mare. E sulle continue stragi nel Mediterraneo: «Come assistere a un incendio e notare che i Vigili del fuoco non possono intervenire: chi non prenderebbe almeno un secchio?»

Enrico Pergolesi
Enrico Pergolesi

SENIGALLIA – «La migliore opposizione è esserci». Con queste parole interviene sul tema migranti Enrico Pergolesi, consigliere comunale, che sale per la seconda volta in meno di tre anni sulla nave della onlus “ResQ – People Saving People”.

L’esponente di Diritti al Futuro, classe ‘77, darà una mano rimanendo cinque settimane in mare per aiutare a evitare nuove stragi e altri morti in mare. «Si risale a bordo della ResQ a cercare di evitare morti in mare, questa volta non per motivi personali, non per non sentirmi in colpa di non aver fatto qualcosa mentre la gente muore. Questa volta la motivazione è fortemente politica, questa volta, dopo ciò che è successo a Cutro, quando i responsabili della ONG mi hanno contattato per chiedermi se ero disposto a ripartire, mi son detto che la miglior opposizione che si può fare a questo governo inumano, che parla di esseri umani come “carichi residuali“, che per la sua inadempienza ha lasciato morire più di 90 persone, la miglior opposizione, dicevo, è esserci. È dare il proprio contributo oltre ciò che si può».

Una motivazione politica oltre che umanitaria. Sulla strage di migranti nel Mediterraneo, il consigliere comunale di Diritti al Futuro Senigallia ha dichiarato: «E’ come assistere a un incendio e notare che i Vigili del fuoco non possono intervenire: chi non prenderebbe almeno un secchio?». Durante la missione 2 nell’ottobre 2021 ha svolto mansioni in cucina, preparando pasti caldi per le decine di migranti tratti in salvo dalla onlus milanese. Quest’anno terrà anche una sorta di diario di bordo per aggiornare, quanti lo vorranno seguire, sulle manovre di salvataggio che verranno effettuate in mare e sulle difficoltà incontrate, come quando la Guardia costiera libica riuscì a evitare un intervento da parte di Resq e a riportare in Libia i cosiddetti nuovi schiavi.

«Non dovrei esser io, ed altri spinti da motivazioni simili, a fare questa cosa, ma chi è addestrato ed è anche bravo a farlo, la nostra Guardia Costiera, bloccata in porto da Salvini che Senigallia, ora lo possiamo dire, ha giustamente contestato qualche anno fa. […] Se qualcuno si stesse infine chiedendo perché poi non se li prende a casa sua, intanto rispondo che l’ho già fatto e poi per ora casa mia è alluvionata. Poi direi anche che dovreste farlo anche voi, sareste voi a guadagnarci in umanità. Farò del mio meglio. Spero sia sufficiente» conclude Pergolesi.

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