Senigallia

Consigliere o consigliera? Dibattito acceso a Senigallia, M5S lascia l’aula

Dopo il mancato utilizzo del femminile da parte del referente di Unione Civica, le esponenti del Movimento 5 Stelle hanno abbandonato i lavori con dei commenti sulla famiglia di Roberto Paradisi

Elisabetta Palma e Stefania Martinangeli (M5S) abbandonano i lavori del consiglio comunale di Senigallia|Elisabetta Palma in consiglio comunale
Elisabetta Palma e Stefania Martinangeli (M5S) abbandonano i lavori del consiglio comunale di Senigallia|Elisabetta Palma in consiglio comunale

SENIGALLIA – Dibattito acceso in consiglio comunale su consigliera e assessora. Le due esponenti del Movimento 5 Stelle, dopo un diverbio iniziato durante la discussione sull’Irpef, alzano i toni ed escono dall’aula urlando contro Paradisi di Unione Civica che non accettava di declinare l’appellativo al femminile.

L’episodio è avvenuto durante il consiglio comunale di giovedì 19 dicembre, quando era in discussione il bilancio 2020 e in particolare un emendamento presentato in aula da Unione Civica per «far scendere l’aliquota dell’addizionale irpef dallo 0,8% (massima aliquota possibile) allo 0,65%. Una misura che comporterebbe una minore entrata per il Comune di Senigallia di oltre 600 mila euro – hanno reso noto i consiglieri Paradisi e Rebecchini (Unione Civica), Canestrari (Forza Italia)e Sartini (Senigallia Bene Comune) – ma che darebbe respiro a tante famiglie tartassate».

Tra le altre ipotesi avanzate, quella di tagliare alcune spese come quelle telefoniche in due impianti comunali, parcelle per incarichi legali e alcune voci dei servizi sociali come gli affitti concessi ad alcuni nuclei familiari bisognosi che potrebbero trasferirsi invece nelle case popolari. Risparmi per altre migliaia di euro che il Comune potrebbe reinvestire proprio in altri servizi come va ripetendo da tempo Paradisi.

Una misura che però non è piaciuta alle due esponenti del Movimento 5 Stelle Elisabetta Palma e Stefania Martinangeli: prima hanno ribattuto sull’emendamento; poi, dopo la replica-provocazione di Paradisi definito “personaggio che fa spiritosaggini” sono intervenute con veemenza sull’utilizzo del termine “consigliera” anziché “consigliere”. A tal proposito il consiglio comunale aveva anni fa votato e approvato un ordine del giorno in cui si invitavano gli eletti a usare i termini declinati anche al femminile e quindi “consigliera”, “assessora”.

Elisabetta Palma in consiglio comunale
Elisabetta Palma in consiglio comunale

Da lì in poi i toni si sono accesi velocemente: dopo aver tentato di appellarsi al presidente del consiglio perché richiamasse Paradisi a utilizzare il termine corretto, Palma e Martinangeli hanno battuto i palmi sullo scranno consiliare per poi decidere di abbandonare i lavori.
Nell’andarsene però hanno proferito fuori microfono alcuni commenti sul consigliere Paradisi e sulla sua famiglia.

Commenti per i quali lo stesso si è definito «disgustato» sui social network dell’attacco giunto perché si rifiuta di declinare al femminile i citati termini come consigliera o assessora. «Non sono obbligato a seguire questa sgrammaticatura istituzionale – ha dichiarato in consiglio mentre le due consigliere se ne stavano andando – preferisco parlare italiano corretto».

«Non è un obbligo – ha confermato il presidente del consiglio Dario Romano – non esiste una legge italiana che obbliga l’utilizzo di tali termini ma abbiamo votato un ordine del giorno che invita i consiglieri e il personale degli uffici comunali a declinare il genere sia in commissione che in consiglio. Nemmeno a me suona bene ma lo faccio senza alcun problema: rinnovo l’invito ai consiglieri a fare lo stesso e a non banalizzare i temi».

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