Senigallia

Senigallia, chiude a fine mese il Covid hotel: organizzatori amareggiati

Da Caritas e comitato “Un aiuto per l’ospedale di Senigallia” dito puntato contro Regione e Comune: «Scarso interesse». La replica dell'assessore Girolametti: «Tre soli pazienti, ora ha poca utilità»

Il covid hotel di Senigallia nella foto di Gianluca Rossetti
Il covid hotel di Senigallia nella foto di Gianluca Rossetti (foto di maggio 2020)

SENIGALLIA – Pochi pazienti al Covid hotel, a fine mese chiuderà. Lo hanno comunicato gli organizzatori – Caritas e comitato cittadino “Un aiuto per l’Ospedale di Senigallia” – i quali, non avendo ricevuto comunicazioni da Regione, Asur Marche e Comune sull’eventuale prolungamento dell’esperienza, si avviano alla conclusione di un progetto molto importante per la città per l’intero territorio regionale.

Il Covid hotel di Senigallia è stato infatti il primo ad aprire nelle Marche, con lo scopo di ospitare pazienti ancora positivi al coronavirus ma clinicamente guariti, che non avevano possibilità di passare in casa il periodo di isolamento obbligatorio. Breve la durata di questa esperienza finanziata totalmente dalla Caritas e dal comitato senigalliese che ha raccolto oltre 100 mila euro di fondi per questa e altre situazioni di volontariato, come l’acquisto di materiali sanitari per l’ospedale di Senigallia. Tanto che le persone accolte nel covid hotel non hanno sostenuto alcun tipo di costo.

«Il progetto di ospitalità sociale, primo della regione Marche, è stato ideato nel mese di marzo – spiegano gli organizzatori – per alleggerire l’ospedale da pazienti guariti ma ancora positivi e per tutti i positivi con obbligo di isolamento, con l’obiettivo di avviarlo nei mesi di aprile e maggio, pur lasciando aperta la possibilità di estenderne la durata». 

Non sono mancate le problematiche, fanno però sapere. «Con molte difficoltà burocratiche, ad aprile è stata avviata l’accoglienza. Il 15 maggio, in coerenza con le tempistiche progettuali, abbiamo inviato una mail certificata al sindaco, ai dirigenti Asur e al Gores (Gruppo Operativo Regionale Emergenze Sanitarie) per annunciarne l’imminente chiusura. Non ricevendo alcuna risposta e alcun interessamento, si è proceduto quindi secondo il programma prestabilito».

Una mancata risposta che sa – dicono – di scarso interesse. «Non è vero – spiega l’assessore senigalliese alla sanità Carlo Girolametti – che c’è uno scarso interesse delle autorità al progetto che ha svolto una funzione importante, ma credo che sia semplicemente buon senso terminare com’era previsto l’esperienza a fine maggio, dato che al momento ci sono tre soli ospiti e che, se continua l’andamento di calo dei contagi, non ne avrà più nessuno a breve. Dunque una minore utilità in questo momento: se ci dovesse essere nuovamente bisogno, si vedrà di riattivarlo, ma è chiaro che ora bisogna gestire le poche risorse pubbliche – adesso sarebbero dovute subentrare Regione e Comune nel finanziamento, ndr – con molta attenzione. Quindi nessuna polemica».

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