Senigallia

Chantal Bomprezzi: «Giustizia è stata fatta, ma voi pensateci prima di rivolgervi alla Procura»

«Anni di rinunce professionali, di incubi e soldi spesi in consulenze a causa di coloro che si rivolgono alla Procura con la stessa leggerezza e facilità con cui si lavano i denti»

Chantal Bomprezzi
Chantal Bomprezzi

SENIGALLIA – «Giustizia è stata fatta» afferma l’ex assessore del Comune di Senigallia Chantal Bomprezzi, coinvolta nel processo per la gestione della piscina Saline prorogata nel 2015 a seguito dell’alluvione, senza un bando pubblico e assolta giovedì 18 novembre. «La magistratura ha svolto il suo dovere e ha stabilito la verità». 

Anche lei era infatti nella giunta che deliberò per la proroga della gestione dell’impianto sportivo alla Uisp di Senigallia nell’ambito della ripartenza di tutti i servizi dopo i tragici fatti dell’alluvione del maggio 2014 che causò – oltre ai quattro morti e 180 milioni di euro di danni – anche l’interruzione dei tutti i servizi cittadini. Chantal Bomprezzi, che è andata a processo con rito abbreviato come Gennaro Campanile ed Enzo Monachesi, è stata assolta dal gup del tribunale di Ancona, mentre sono stati rinviati a giudizio l’ex sindaco Maurizio Mangialardi e gli altri due ex assessori Maurizio Memè e Simonetta Bucari. Per loro, che si sono detti fiduciosi dell’esito, il processo si terrà a marzo 2023.

Oltre alla soddisfazione per l’esito giudiziario che pone fine a due anni tormentati, Bomprezzi si toglie però qualche sassolino. «Un pensiero vorrei rivolgere anche a coloro che si rivolgono alla Procura con la stessa leggerezza e facilità con cui si lavano i denti. La politica, per me, è lottare per qualcosa, e non contro qualcuno. La sala del Consiglio comunale non è un’aula di Tribunale, ma un luogo di discussione, confronto, dibattito. Pensate se al posto mio ci fosse stata vostra sorella, vostra figlia o la vostra fidanzata. Pensate di averla vista rinunciare a opportunità di formazione o professionali o altro perché “forse non è il caso”. Pensate di dover soffrire insieme a lei quando, nel presentarsi ad un concorso, deve dichiarare di essere imputata. Pensate di non dormire la notte perché svegliati dai suoi sussulti e dai suoi incubi. Pensate di vederla fare bonifici per pagare consulenti con quei soldi che si era messa da parte per i propri studi e progetti. La prossima volta, prima di mandare in Procura, pensateci».

L’esponente dem, oggi in consiglio comunale tra i banchi della minoranza, però non perde la carica: «Io, da parte mia, continuerò a fare politica come ho sempre fatto. Con il sorriso, con l’entusiasmo e con il rispetto per chi la pensa diversamente da me».

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