Senigallia

Primarie centrosinistra, dal capogruppo Pd Santarelli il “sì” convinto

«Primarie - spiega il capogruppo - sono nel DNA del Partito Democratico. Guardare il futuro con gli occhiali del passato è il più grosso errore che si deve evitare»

SENIGALLIA – Primarie sì, primarie no. Primarie sì. Se all’inizio poteva sembrare la storpiatura di una canzone, in realtà si tratta della scelta che il Partito Democratico ha fatto in vista delle elezioni comunali della prossima primavera 2020. Una scelta che Luca Santarelli, capogruppo Pd nel Consiglio comunale di Senigallia, rivendica con fierezza.

«Può sembrare una scelta per individuare il prossimo candidato del centrosinistra alla carica di primo cittadino. In realtà – dichiara Santarelli – il PD ha già scelto, bocciando nell’assemblea dell’Unione comunale cittadina di fine luglio la designazione di vertice, preferendo la trasparenza e la partecipazione dei cittadini».

«Per questo motivo sono contento che l’assessore Gennaro Campanile abbia raccolto la sfida accettando le primarie, una navigazione in mare aperto che permetterà il confronto sul futuro della nostra città. Perché la nostra comunità appartiene ai senigalliesi i quali debbono poter scegliere, all’interno delle idealità di centrosinistra, la proposta che ritengono più moderna ed efficace dando anche il proprio contributo. Non si tratta – afferma Santarelli – di assecondare la pancia dei cittadini, quanto invece di ascoltarli perché chiusi nelle stanze ovattate si può perdere di vista la realtà».

«Largo quindi alle primarie – conclude il capogruppo Santarelli – che sono nel DNA del Partito Democratico. Non è stato forse anche il sindaco Mangialardi a presentarsi alle primarie al termine del primo mandato? Un percorso iniziato con il Sindaco Angeloni e proseguito con il Sindaco Mangialardi ha bisogno, dopo 20 anni, di essere rivitalizzato ed innestato di nuove idee, di nuove condivisioni culturali, di nuovi spunti sociali perché il mondo corre veloce e guardare il futuro con gli occhiali del passato è il più grosso errore che il PD deve evitare».

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