Senigallia

Caro gasolio, le ripercussioni della guerra in Ucraina sui taxi a Senigallia

Il responsabile di Confartigianato Taxi Senigallia Mirco Marchionni: «È una tragedia, non lavoriamo più e dai tavoli istituzionali non arrivano rassicurazioni»

Uno dei taxi a Senigallia
Uno dei taxi a Senigallia

SENIGALLIA – Il caro gasolio mette i freni a tutto il comparto del trasporto pubblico locale, che già non godeva di ottima salute. L’aggravarsi della situazione internazionale ha di fatto riversato a cascata su tanti settori rincari enormi, come quello dei carburanti, passati in una settimana da 1,5 € al litro a oltre 2,2 €/l. Una situazione non più sostenibile che si aggiunge ad altre difficoltà pregresse.

«Il caro gasolio ci mette a terra, con incassi miseri che a malapena coprono le spese – spiega Mirco Marchionni, responsabile Confartigianato Taxi Senigallia – Di fatto non stiamo lavorando più, c’è poca gente in giro e ancora meno coloro che sfruttano il servizio taxi: i rincari pesano su tutti e, chi può, fa a meno di noi».

Già la situazione non era ottimale e le difficoltà derivavano dalle conseguenze della pandemia: «Tutto il trasporto pubblico locale era ed è ancora in crisi. Veniamo da due anni di pandemia in cui abbiamo lavorato pochissimo poiché non c’erano persone da trasportare. Prima, lavoravamo moltissimo con i ristoranti, gli alberghi, con le discoteche». 

Da diverso tempo però è tutto ridotto ai minimi termini e alle difficoltà della categoria ristorativa, ricettiva e del divertimento si aggiungono quelle dei tassisti. «E’ una tragedia a vari livelli – continua Marchionni – e c’è chi pensa di cessare l’attività». La notizia peggiore è forse che, ancora, dai tavoli istituzionali non sono arrivate rassicurazioni al comparto del Tpl: «ci sembra di essere stati lasciati un po’ a noi stessi».

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