Senigallia

Caos pronto soccorso: medici e sindacati si appellano all’Ispettorato del lavoro

La carenza di personale e i continui ordini di servizio sono oggetto di una denuncia delle sigle sindacali: «La misura è colma e la malagestione ha raggiunto livelli non più accettabili»

Sanità pubblica, ospedale di Senigallia, Principe di Piemonte
L'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – La gestione del personale dell’ospedale cittadino è stata segnalata da quasi 40 dirigenti medici ospedalieri all’Ispettorato del lavoro. È questa la novità in ambito sanitario: arriva dagli stessi operatori che chiedono di verificare le modalità con cui la direzione generale e quella sanitaria dell’Area Vasta 2 stanno gestendo il personale medico nei reparti come anche nel pronto soccorso. 

Dopo numerose denunce per risolvere una situazione insostenibile sul fronte organizzativo e del personale, carente, precettato e spostato dai reparti al pronto soccorso attraverso continui ordini di servizio, dopo un esposto presentato all’Ordine dei medici, all’Ispettorato del lavoro di Ancona e alle Autorità sanitarie, giudiziarie e politiche regionali, le condizioni non sembrano essere migliorate.

«La misura è colma e la malagestione del personale nell’Ospedale di Senigallia ha raggiunto livelli non più accettabili – spiegano le sigle sindacali della interregionale medica composta da Cimo, Cisl Medici, Fassid -. Il personale non è stato assunto, non vengono banditi concorsi e i carichi di lavoro sono aumentati a tal misura da non poter garantire l’erogazione delle prestazioni sanitarie richieste, effettuate soltanto grazie alla disposizione di turni insostenibili, senza neppure la concessione dei necessari riposi e delle ferie».

Dietro tutto questo caos, un ruolo importante l’ha giocato ovviamente la pandemia e la cosa è stata ribadita è più volte dalle direzioni amministrative e sanitarie dell’Asur. Secondo le sigle sindacali i problemi erano già presenti molto tempo prima dell’arrivo del covid-19, che avrebbe solo aggravato la situazione dell’ospedale di Senigallia. A tal proposito vengono segnalate come «irrisolte», tra le altre, la mancanza della guardia notturna nei reparti chirurgici, la non idonea guardia notturna nei reparti medici e la mancanza del radiologo di notte.

«Oltre a non aver saputo o voluto gestire la questione, la Direzione di Area Vasta 2 ha pensato di impiegare intere Unità Operative di Specialisti dell’Ospedale (molte delle quali già in carenza di organico), non addette alla Emergenza/Urgenza, per coprire i turni di notte in Pronto Soccorso (“mansione” per il quale spesso i medici “obbligati” non hanno neanche una specialità idonea, affine e/o equipollente): a rotazione i Medici di Chirurgia Generale, Medicina Interna, Gastroenterologia, Neurologia, Nefrologia e Dialisi, Ortopedia e Otorinolaringoiatria sono ordinati a turni di notte in Pronto Soccorso, a discapito del servizio ed indebolendo le attività che i Medici prima garantivano, tutto in aperto contrasto con le norme contrattuali e deontologiche. Come se non bastasse, il Medico Specialista ora di notte al Pronto Soccorso, deve anche: 1) assistere i pazienti ricoverati in osservazione presso il Pronto Soccorso; 2) fare il turno di Guardia notturna per i pazienti ricoverati nei reparti medici dell’Ospedale; e, dulcis in fundo 3) fare il turno di Guardia notturna per il reparto COVID. Un solo medico “tappabuchi” per quattro gravosi incarichi, e tutto contemporaneamente».

Un’organizzazione che le sigle sindacali denunciano come «palesemente inadeguata, verosimilmente illegittima». Da qui nascono gravi problemi per la sanità pubblica che coinvolge ovviamente l’utenza ma anche gli operatori e la stessa Asur, esponendola a contenziosi in caso di imprevisti, incidenti di percorso o peggio, errori nelle valutazioni mediche causati da stanchezza, stress. Motivo per cui molti lavoratori se ne sono già andati per approdare in strutture dove non solo il precariato non viene protratto come a Senigallia, ma la carenza di personale è meno gravosa. I sindacati chiedono di essere ascoltati nelle proprie osservazioni ma, nel frattempo, hanno dovuto rivolgersi all’Ispettorato del lavoro. Di nuovo.

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