Senigallia

C’era una volta il bike sharing a Senigallia

Il consigliere Da Ros accusa l'attuale giunta e maggioranza di aver lasciato morire un progetto apprezzato in altre città turistiche su cui «l’allora sindaco Angeloni investì ben 95.000 euro, fino al momento in cui arrivò Mangialardi e compagnia cantando che hanno lasciato letteralmente “morire” le biciclette»

Il servizio di bike sharing a Senigallia
Il servizio di bike sharing a Senigallia

SENIGALLIA – L’idea di eliminare progressivamente le automobili dal centro e dal lungomare senigalliese, lasciando spazio a mezzi più ecologici come le biciclette, torna a far discutere l’assise comunale. A un’idea del consigliere di Fratelli d’Italia Davide Da Ros, che chiedeva parcheggi gratuiti vista la grave crisi indotta dalle misure anticovid, aveva risposto il dirimpettaio Simeone Sardella (Partito Democratico) spiegando che si doveva invece incentivare l’uso di biciclette.

«Vorrei proprio vedere – ironizza Da Ros – come potrebbe fare una famiglia proveniente dall’entroterra (ad es. Jesi o Fabriano), ad accontentare il consigliere Sardella, il sindaco Mangialardi e la maggioranza tutta: venendo a Senigallia in bicicletta?» Eppure Senigallia aveva un servizio a disposizione di residenti e turisti che permetteva di accantonare l’auto per il periodo di soggiorno sulla spiaggia di velluto, il cd. bike sharing.

A ricordarlo è sempre il consigliere FdI che cita come «l’allora sindaco Angeloni investì ben 95.000 euro nel mettere in piedi il servizio “bike sharing”, che altro non è che mettere a disposizione della popolazione un parco di biciclette di proprietà comunale, delle quali si può usufruire dietro pagamento di una quota associativa e di una tariffa oraria, con l’obbligo di riconsegnarle, al termine dell’utilizzo, presso uno qualsiasi dei vari punti di distribuzione. Tutto questo per far diventare la città di Senigallia, una città ecologica e “sostenibile”. Una idea ed un progetto che vide l’approvazione di tutti, fino al momento in cui arrivò Mangialardi e compagnia cantando».

L’accusa che Da Ros muove all’attuale giunta e alla maggioranza di cui Sardella fa parte è che di aver «lasciato letteralmente “morire” le biciclette fino a quando non furono definitivamente tolte e buttate, visto che erano biciclette pesantissime che mai nessuno usò. Le famose ed apprezzate biciclette rimasero per un lunghissimo periodo ferme nelle apposite rastrelliere, finendo per arrugginirsi, visto che per completare l’opera, l’allora giunta Mangialardi, pensò bene di non far eseguire le dovute manutenzioni necessarie al mantenimento delle biciclette acquistate con 95.000 euro di soldi pubblici». 

Non si è poi più saputo che fine hanno fatto le biciclette. Dopo alcuni tentativi di ridare vita e slancio al progetto di Senigallia città ciclabile, facendo il verso a Pesaro tanto per citarne una, la spiaggia di velluto è una delle pochissime località turistiche che non ha il servizio bike sharing. «E non lo ha per colpa loro, non dello Spirito Santo», conclude Da Ros che si appella alla maggioranza perché non si finga ancora ecologista convinta quando i fatti la smentiscono.

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