Senigallia

Biotestamento: Senigallia tra i primi comuni a istituire il registro dat. «Ora il pensiero va a Max»

Nel 2011 Senigallia avviò il percorso per l'istituzione del Registro comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento

Maurizio Mangialardi
Maurizio Mangialardi

SENIGALLIA – «Da ieri l’Italia è un paese più civile». L’approvazione da parte del Parlamento della legge sul biotestamento è un risultato che dà soddisfazione al primo cittadino della spiaggia di velluto non solo perché porta l’Italia ai livelli degli altri paesi europei, ma anche perché il Comune di Senigallia è stato uno dei primi ad adottare il registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) già nel 2011.

«È un risultato (l’approvazione della legge sul biotestamento, Ndr) che come Amministrazione comunale di Senigallia – afferma il sindaco Maurizio Mangialardi – sentiamo anche nostro, essendo stati nel 2011 tra i primi Comuni italiani ad avviare un percorso dal basso con l’istituzione del Registro comunale delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento. Un esempio tra i tanti di buona politica, che ha sicuramente contribuito a sensibilizzare sia l’opinione pubblica, spiegando bene la necessità di quel provvedimento e la delicatezza dei temi a esso legati, sia il Parlamento italiano, cui inviammo la nostra deliberazione chiedendo di avviare l’iter legislativo relativo al fine vita. A differenza di chi non credeva nel valore della nostra iniziativa, abbiamo dimostrato che anche partendo dai piccoli territori è possibile vincere grandi sfide».

Le difficoltà incontrate nell’iter che ha portato all’approvazione della legge sul biotestamento erano legate soprattutto alle implicazioni etiche e morali proprie di ognuno, senza scadere in pregiudizi che potessero rendere poco utile il nuovo strumento.

«In questo momento – conclude Mangialardi – il mio pensiero non può che andare all’amico Max Fanelli, che con coraggio e dignità non comuni, insieme a molte altre persone trovatesi a vivere la sua medesima tragica condizione – penso a Peppino Englaro, Piergiorgio Welby, Dj Fabo, solo per citare i casi più famosi – ha contribuito con la sua dolorosa battaglia a raggiungere questa legge sul biotestamento. Una battaglia, non dobbiamo mai dimenticarlo, che queste persone non hanno combattuto per loro stesse, ma per dare senso e significato alla dignità umana».

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