SENIGALLIA – Continua la raccolta di firme sul progetto di ponte Garibaldi. Continua da mesi e, anzi, da pochi giorni è raddoppiata perché nel frattempo al fronte del “no” a questa ipotesi progettuale si è affiancato, contrapponendosi ovviamente, chi vuole che i lavori partano il prima possibile.
Enorme la differenza di adesioni: da un lato c’è la doppia raccolta (cartacea e digitale sulla piattaforma Change.org) che ha raggiunto in totale 9.754 firme (8.942 on line), lanciata diverse settimane fa dalle associazioni culturali e ambientaliste Italia Nostra (Sezione di Senigallia), Gruppo Società Ambiente (GSA), Associazione Confluenze, Archeoclub d’Italia (Sede di Senigallia) e Amici della foce del fiume Cesano.
Alla base della consultazione popolare lanciata da queste sigle associative c’è una molteplicità di ragioni: il risultato delle elaborazioni da parte dei progettisti Anas è un ponte sopraelevato di 1,5 mt sul margine del muretto di arginatura, una struttura ad arco superiore «con tortuose e ingombranti rampe di accesso, che non tiene conto dell’impatto devastante sul paesaggio urbano del centro storico; che impedirà il traffico su via Rossini, all’altezza del lavatoio “il Coppo” fino all’incrocio con via Montenero, rendendo ancora più caotica la viabilità cittadina e scaricando ulteriore traffico nel centro storico. Senza considerare la barriera architettonica che si verrebbe a costituire per i disabili e la viabilità ciclabile e l’abbattimento dell’ultimo filare di pini».
Se l’impatto è architettonico, paesaggistico, estetico, storico e urbanistico, di certo non si può dimenticare di citare anche la questione economica, con oltre 6 milioni di euro per il nuovo ponte a cui aggiungere i già spesi 700 mila euro per la demolizione del vecchio. Dopo l’alluvione del 15 settembre 2022 ha comunque retto i mezzi pesanti per il cantiere di allestimento e installazione (maggio 2023) della passerella ciclopedonale; passerella che a giugno “compirà” due anni e dovrebbe essere rimossa perché concepita proprio a carattere temporaneo. Non solo, il vecchio ponte Garibaldi ha retto persino i mezzi da lavoro per la sua stessa demolizione (ottobre 2023), segno che quindi la struttura era ben lontana dal crollare e poteva essere aperta almeno al passaggio ciclopedonale risparmiando circa 4-500 mila euro per la passerella.
Dalle associazioni è stato annunciato che dopo la sentenza del Tar che ha respinto la richiesta di una sospensiva, il ricorso passerà nelle mani del Consiglio di Stato proprio per ribadire l’inutilità del progetto per la riduzione del rischio idrogeologico di Senigallia. «Servono interventi di cura e rinaturalizzazione del territorio, servono vasche di espansione e laminazione che trattengano almeno 8 milioni di metri cubi di acqua per salvare Senigallia dalla prossima alluvione. Invece che spendere quasi sette milioni di euro, tra demolizione e ricostruzione, previsti dal progetto del nuovo Ponte Garibaldi sarebbe stato più utile realizzare una vasca di espansione o laminazione. Un altro ponte è possibile e costerebbe meno della metà. Il resto sono solo farneticazioni».
Innegabile però che la viabilità dopo il 2022 è compromessa. E proprio su questo aspetto e sulle sue ricadute economiche per il tessuto commerciale cittadino punta l’iniziativa lanciata una settimana fa dal consigliere comunale di centrodestra Marcello Liverani. L’esponente ex FdI si schiera quindi dall’altro lato del “ring civico”, raccogliendo sinora 357 adesioni.
Tra le motivazioni, Liverani e altri esponenti di maggioranza segnalando che «l’assenza del ponte Garibaldi sta tagliando la nostra città in due, creando caos e complicazioni per i cittadini e le imprese locali. Le nostre attività economiche stanno soffrendo enormemente a causa di tali problemi logistici. La costruzione del Ponte Garibaldi è una soluzione urgente e nettamente necessaria per il benessere del nostro territorio […] tenendo anche ben presente che il ponte degli Angeli dovrà essere abbattuto e rifatto perchè non a norma, e dopo sarà solamente ciclabile e pedonabile, non più carrabile».