Senigallia

Barbara, approvata l’unione dei comuni, «ma ogni paese deve avere la giusta visibilità»

Servizi sociali, Suap e ufficio comune sono i primi settori che confluiranno nelle Terre della Marca Senone: ecco cosa chiedono i piccoli comuni

Raniero Serrani
Raniero Serrani

BARBARA – Parere favorevole sull’unione dei comuni “Le terre della marca senone” è arrivato anche dal consiglio comunale di Barbara. Approvato l’ordine del giorno per la costituzione del nuovo ente che riunisce quasi tutti i comuni della valle del Misa e Nevola, da Senigallia ad Arcevia.

Ne abbiamo approfittato per fare alcune domande al sindaco Raniero Serrani, in vista anche del consiglio comunale che si terrà prima a Ostra (domani 20 dicembre) e poi a Ostra Vetere (22 dicembre), completando – se tutto dovesse andare bene – le prime sette adesioni. Castelleone di Suasa e Corinaldo hanno già espresso la volontà di entrare nelle “terre della marca senone”, ma al momento sono impegnate in un’altra unione.

Sindaco Serrani, perché investire sull’unione dei comuni?
«Sono favorevole all’unione di comuni – ha dichiarato il primo cittadino di Barbara – perché son convinto che possa portare a migliorare i servizi offerti alla comunità omogeneizzando gli interventi nelle varie aree della vallata e a un conseguente risparmio per le singole amministrazioni comunali. Sono ormai note a tutti le difficoltà degli enti locali, sia a livello normativo con regole sempre più stringenti per i comuni, sia a livello economico con minori entrate e trasferimenti. Se unirci potrà portare anche ad avere più peso politico, non vedo perché essere contrari al progetto. Infatti noi a Barbara, nella seduta del consiglio comunale dello scorso 7 dicembre abbiamo votato l’ordine del giorno in modo compatto, mentre la minoranza non si è nemmeno presentata».

C’è qualche dubbio che ancora non è stato risolto?
«Certo qualche perplessità può rimanere perché si tratta di investire sul futuro e magari qualche dettaglio può non essere ancora chiaro, ma quel che è evidente è che un ente da 75mila abitanti sarà una realtà decisamente importante che potrà giungere a finanziamenti notevoli nell’ottica di ottimizzare e migliorare i nostri servizi».

Non teme che i piccoli comuni possano essere pian piano inglobati in quelli più grandi?
«La questione dell’identità non mi spaventa perché non credo che potremo mai perderla solo per il fatto di unire i nostri servizi comunali con quelli di per esempio Senigallia o Arcevia. Tra l’altro questo già accade senza che nessuno si sia posto il problema».

Quali le richieste dei piccoli comuni nei confronti della città capofila, Senigallia?
«È chiaro che ogni comune dovrà avere la giusta visibilità, che i contributi dovranno essere divisi in maniera equa. Ma non si tratta solo di finanziamenti: noi vorremmo innanzitutto che i borghi dell’entroterra non perdano i propri front office, che costituiscono il primo contatto del cittadino con la pubblica amministrazione. Ma anche gli uffici dovranno essere spalmati nella vallata: non è pensabile che si debba andare sempre a Senigallia per risolvere qualsiasi pratica. Ho chiesto durante la seduta anche che le riunioni siano per così dire “itineranti”, in modo da dare a ogni comune la giusta visibilità».

Quali le competenze da attribuire all’unione dei comuni “Le terre della marca senone”?
«Attualmente sono previsti, oltre ai servizi sociali che già vengono gestiti dal Co.Ge.S.Co in ottica quindi allargata, anche lo sportello unico per le attività produttive (Suap) e l’ufficio comune. Noi vorremmo che anche i progetti di videosorveglianza venissero condivisi in chiave territoriale, così come la polizia municipale. La sicurezza è infatti un tema molto sentito: qui in paese siamo sotto organico, abbiamo pochi agenti, tra l’altro in convenzione con Arcevia e Serra de’ Conti. Anche la protezione civile è un tema che vorremmo fosse condiviso tra tutti i comuni: nonostante le criticità possono essere diverse rispetto a Senigallia, per esempio, più soggetta alle alluvioni rispetto a Barbara dove si verificano più smottamenti, vorremmo che le pratiche e la formazione e le modalità operative possano essere unificate. Così come per il turismo si potrebbero condividere le strategie di promozione, arrivando a pubblicizzare l’intero territorio e non solo il singolo comune».

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