Senigallia

«Si è smarrito il bimbo…» Spenta la Publimare a Senigallia, stop agli annunci a causa del covid

Altra vittima dell’emergenza economica che sta seguendo quella sanitaria è il servizio di annunci pubblicitari e di pubblica utilità che, dal 1964, ha permesso di aiutare 16mila famiglie e non solo

Turismo balneare: la spiaggia e il mare di Senigallia presi d'assalto d'estate
Turismo balneare: la spiaggia e il mare di Senigallia

SENIGALLIA – Sarà un’estate senza Publimare ma già si avvertono i primi effetti. Il servizio di annunci su tutto l’arenile di Senigallia, a cui tanti cittadini e turisti erano molto legati, non è ripartito per cause legate al covid e ai mancati introiti pubblicitari. Altoparlanti spenti dunque anche per quanto riguarda gli annunci di persone (soprattutto i più piccoli) dispersi, servizio tanto prezioso che in oltre 50 anni di attività ha permesso di ritrovare migliaia di bambini e anziani che non ricordavano bene quale fosse il proprio stabilimento. Pubblica utilità dunque ma non solo: tante persone vi erano affezionate in quanto l’annuncio delle ore 11 e delle 17 scandiva per molti bambini anche l’ora in cui si poteva scendere in acqua a fare il bagno, essendo passato un tempo sufficiente dall’ora del pasto.

A spiegarlo è il titolare Franco Capriglione: «L’unica fonte di finanziamento della Publimare è quella che deriva dagli sponsor, ma i clienti storici, tra cui le Grotte di Frasassi, hanno difficoltà a investire o a pagare regolarmente, e alcuni sono ancora chiusi; mi sono trovato a non poter nemmeno montare l’impianto fonico di spiaggia per la totale mancanza di clienti».

Prima di alzare bandiera bianca, l’imprenditore ha chiesto una mano al Comune di Senigallia, che solitamente concedeva un contributo: «Ho chiesto ufficialmente di poter avere, una-tantum, 5.000 € per poter montare l’impianto e fare almeno il servizio pubblico di ricerca bambini e persone smarrite sull’arenile», mentre gli altri 15.000 € per la gestione li avrebbe investiti Capriglione… «purtroppo mi è arrivata una risposta negativa».

Il servizio della Publimare, attivo dal 1964, ha permesso di ritrovare oltre 14.000 bambini e 2.000 persone anziane, a cui poi vanno aggiunti migliaia di annunci per l’arrivo di fortunali, di bandiera rossa, di chiusura degli ombrelloni per l’arrivo di vento forte da parte della Capitaneria di porto e altri annunci per lo spostamento di auto da parte dei vigili urbani prima che l’auto in difetto venisse rimossa. Insomma anche un servizio di pubblica utilità.

Il problema è che i bagnini oggi continuano a chiamare la Publimare: solo nella mattinata di domenica 28 giugno, in appena due ore, si sono smarriti ben tre bimbi (dai bagni Licia n° 59, dai bagni Firmina n° 84 e dai bagni Apapaia n° 64). Senza il servizio attivo, le richieste vanno dunque inoltrate alla Polizia locale, al Commissariato o ai Carabinieri. Ma se il turismo dovesse riprendere il suo normale corso, come sembra stia avvenendo, ad agosto saranno molti di più i casi di persone smarrite e altre situazioni da dover risolvere.

Si sente però pessimista il titolare della Publimare Franco Capriglione che ha deciso di non aprire data la spesa non sostenibile: «Rimando tutto al 2021 nella speranza che la situazione economica di crisi nera possa passare o almeno si giunga ad una situazione più serena e stabile».

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