Senigallia

Ballottaggio a Senigallia, gli appelli di Massimo Bello per il centrodestra e di Maurizio Memè per il centrosinistra

La città di Senigallia pronta per il voto del 4 e 5 ottobre. La scelta è tra Massimo Olivetti e Fabrizio Volpini

Il comune di Senigallia
Il comune di Senigallia

SENIGALLIA – La spiaggia di velluto va verso il ballottaggio. E apparentamenti a parte, per il centrodestra c’è finalmente l’opportunità di cambiare governo cittadino. Secondo il centrosinistra, invece, c’è la possibilità di continuare su una strada che ha portato tanti risultati. Fronti contrapposti, visioni degli ultimi dieci anni molto distanti. 

A renderle note sono Massimo Bello, esponente di Fratelli d’Italia, e Maurizio Memè, vicesindaco di Vivi Senigallia. Entrambi pronti a sostenere i due candidati sindaci che si sfideranno al ballottaggio domenica 4 e lunedì 5 ottobre.

Massimo Bello
Massimo Bello

Il primo a intervenire è Bello, ex consigliere comunale ed ex sindaco di Ostra Vetere, che sul ballottaggio ha le idee chiare: «Un appuntamento importante perché, per la prima volta, Senigallia ha l’opportunità di cambiare il corso della storia. Con Massimo Olivetti sindaco, crediamo di aver costruito un progetto serio, nuovo, credibile, alternativo e concreto per i senigalliesi. La vera sfida, questa volta, è ridare dignità ad una città intera, con un programma di idee innovative, ma soprattutto realizzabili, senza promesse. Ricostruire Senigallia e scrivere una nuova storia per noi sarà una pratica di governo: ascolto e confronto franco senza favoritismi, salvaguardando merito e competenze, un governo per tutti e non per pochi. Il governo del centrosinistra con Mangialardi è stato autoreferenziale su tutte le grandi questioni, a cominciare dalla sanità. Quello con Volpini non può che essere la stessa cosa. Categorie, associazioni, ordini professionali, territorio e cittadini troveranno, invece, con Olivetti sindaco, nuovi interlocutori e una classe dirigente attenta e al servizio dei bisogni reali e delle necessità concrete della comunità intera».

Maurizio Memè
Maurizio Memè

Visione nettamente contraria quella di Memè, vicesindaco di Senigallia per dieci anni, che interviene a sostegno della candidatura di Fabrizio Volpini citando innanzitutto un metodo politico e un merito amministrativo al centrosinistra per i risultati arrivati nel corso degli anni. «Senigallia è diventata a pieno titolo una città turistica, grazie a interventi di riqualificazione che sono divenuti un modello per tante amministrazioni, a una pianificazione urbanistica fondata sulla rigenerazione urbana e il consumo zero di nuovo suolo che ha restituito ai cittadini spazi in preda al degrado, a una programmazione culturale di profilo internazionale che ci permette oggi di dialogare con le grandi città d’arte in Italia e nel mondo. Ma non solo: in un’epoca di tagli orizzontali, che in tutta Italia hanno drasticamente ridotto la quantità e la qualità delle prestazioni erogate dai comuni, l’Amministrazione comunale, fedele al suo impegno di fare di Senigallia la Città di Tutti, la Città dei Diritti, ha fortemente continuato a investire sul sociale, garantendo servizi capillari di eccellente livello, rivolti in particolare alle fasce più deboli della popolazione e ai soggetti maggiormente svantaggiati con lo scopo di assicurare benessere e piena inclusione. Risultati che abbiamo raggiunto grazie al prezioso concorso di un ricco tessuto sociale formato da tantissime imprese, organizzazioni di volontariato, associazioni culturali, femminili, ambientaliste e giovanili. Ecco perché quello di sabato e domenica prossimi diventa un voto decisivo, un vero e proprio referendum sul futuro della città: da un lato il progetto di Volpini e degli eletti del centrosinistra, credibile, fondato su basi solide, rapporti radicati, capacità riconosciute dentro e fuori la città, guidato da una persona cosciente delle difficoltà che abbiamo di fronte ma consapevole delle risposte da dare; dall’altro un autentico salto nel buio (o forse sarebbe meglio dire un salto all’indietro) con un candidato a sindaco ostaggio di partiti come la Lega e Fratelli d’Italia, totalmente estranei alla cultura e all’identità solidale di Senigallia, guidati da personaggi animati da rancore e cieca faziosità, che da sempre scommettono (e da sempre perdono) sul fallimento della città,  minando la coesione sociale, esasperando e banalizzando ogni problema senza mai trovare una soluzione, diffamando costantemente l’immagine di una città per mero tornaconto politico».

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