Senigallia

Aumentati i canoni d’affitto dei terreni, la fondazione Città di Senigallia può respirare

Il cda uscente soddisfatto per l’opera di valorizzazione dei beni: «Se fatto nel precedente quinquennio oggi avremmo quasi 300 mila euro in più»

La sede della fondazione Città di Senigallia
La sede della fondazione Città di Senigallia

SENIGALLIA – Valorizzare i beni della fondazione “Città di Senigallia” è uno degli obiettivi che il cda si è imposto dal suo insediamento. Tra le manovre in tal senso figura anche il rinnovo dei contratti di affitto d’azienda di 13 terreni di proprietà dell’ente, per un’estensione complessiva di 174 ettari.

Ad aprile scorso, quando ancora il cda era in carica da appena un paio di mesi – si dimetterà poi nel successivo agosto – è stata notificata agli imprenditori la disdetta del contratto d’affitto dei terreni, impedendo il tacito rinnovo che in alcuni casi si protrae anche da decenni.  Troppo basso il canone d’affitto riscosso dall’ente secondo il giudizio della compagine amministrativa della fondazione che riscuoteva poco più di 72 mila euro dai canoni di affitto dei 13 terreni.

La durata dei contratti è stata fissata per tutti a due anni, mentre la quota, da 72.130, è stata aumentata a 130.172 euro. Al momento sono stati anche versati i canoni locativi per l’intero biennio di affitto da parte di metà degli imprenditori coinvolti, mentre quasi tutta l’altra metà verserà, sempre in anticipo, il canone annuo prima dell’inizio dell’annata agraria.

Con questa mossa si è riusciti a portare nelle casse dell’ente una somma di 222.390 euro a disposizione delle altre funzioni. Somma che evita per il momento il ricorso al credito bancario e quindi il pagamento degli interessi. Altro risparmio è quello arrivato dalla mancata consulenza esterna. «Se tale metodologia fosse stata applicata nel precedente quinquennio gestionale – commentano dal cda uscente facendo riferimento alla situazione di difficoltà economica – la fondazione avrebbe incassato 290.208,15 € in più rispetto ai canoni locativi introitati».

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