Senigallia

Dopo la tragedia di Corinaldo, rimane la paura: uscita bloccata alla stazione di Senigallia

Un cittadino scrive al sindaco per segnalare la situazione, ma è solo l'ultimo sintomo dell'ansia generalizzata dopo i fatti della Lanterna Azzurra

La stazione ferroviaria di Senigallia
La stazione ferroviaria di Senigallia

SENIGALLIA – Dopo i tragici eventi di Corinaldo, oltre al dolore per le vittime è rimasta anche la paura per qualsiasi altra situazione possa evolversi in modo analogo: vedere un’uscita bloccata o percepire nell’aria una sostanza sospetta, diventa ogni giorno motivo di preoccupazione. Molti i cittadini – senigalliesi ma non solo – che ormai da giorni fanno attenzione a tutti quei particolari che spesso sfuggono nella frenesia del vivere quotidiano. Ma non durante questo periodo, quando la ferita è fresca e l’allerta ancora alta, tanto che in alcune grandi città si è vietato l’utilizzo di spray al peperoncino e simili.

Così un cittadino, preoccupato per i possibili ostacoli sulle vie di fuga nei vari luoghi da lui frequentati, ha notato che alla stazione ferroviaria di Senigallia c’è un problema di questo genere.

In particolare ha segnalato al sindaco Maurizio Mangialardi l’uscita di sicurezza bloccata nella sala d’aspetto della stazione, specificando che è così «da lungo tempo» perché vi è un «catenaccio avvolto intorno e situato presso l’esterno di una delle uscite d’emergenza. Al vostro reparto comunale competente pregasi di verificare al riguardo il prima possibile».

Pur comprendendo l’atteggiamento cautelativo e preventivo di eventuali rischi per un’uscita di sicurezza bloccata, soprattutto in questo momento, la segnalazione però va fatta all’organo competente in materia – sottolinea il sindaco Maurizio Mangialardi, in questo caso specifico le aziende RFI e Trenitalia, su cui ricadono «le responsabilità delle scelte sulla manutenzione delle strutture e dei servizi rivolti al passeggero, a cui pertanto La invito a rivolgersi per segnalare quanto da lei evidenziato».

L’episodio però è sintomatico di quanto profonda sia questa ferita nel tessuto cittadino, sia di Senigallia, come di Corinaldo, così come in tutte le altre comunità coinvolte dalla tragedia della discoteca Lanterna Azzurra Clubbing, dove sei persone sono rimaste uccise dalla calca creatasi pare per la diffusione in aria di una sostanza urticante tuttora da identificare, e che potrebbe anche non essere stata l’unico fattore scatenante di quanto accaduto.

Anche nel resto del Paese si sono tenute riflessioni e riunioni per capire il da farsi: in molte grandi città dove sono in via di organizzazione le feste di fine anno, come a Firenze, Torino, Genova, Reggio Emilia, si è ragionato su come facilitare il modo di trovare l’uscita di sicurezza o una via di fuga, mentre si arrivati a vietare l’utilizzo di spray al peperoncino e simili dove si radunano grandi folle.

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