Senigallia

Scienza e fede: Enrico Medi proclamato venerabile dal Dicastero delle cause dei santi

L'annuncio arriva nel 50° anniversario della morte del professore marchigiano, nato a Porto Recanati, vissuto per alcuni anni a Belvedere Ostrense. Messa a Senigallia domenica 26 maggio

Enrico Medi in un'immagine dalle teche Rai
Enrico Medi in un'immagine dalle teche Rai

SENIGALLIA – Enrico Medi, padre costituente, scienziato e uomo di fede e riferimento per tutto il mondo cattolico, è stato proclamato venerabile dal Dicastero delle cause dei santi ieri, giovedì 23 maggio. È stato infatti promulgato da papa Francesco il decreto riguardante le virtù eroiche del “servo di Dio”, nato a Porto Recanati il 26 aprile 1911, vissuto per alcuni anni a Belvedere Ostrense, poi trasferitosi a Roma per i suoi numerosi impegni politici e accademici, dove morì il 26 maggio 1974. Esattamente 50 anni fa.

E proprio in occasione del 50esimo anniversario della morte del prof. Enrico Medi, lo scorso 18 maggio a Belvedere Ostrense è stata ricordata la figura di un uomo che ha saputo coniugare la fede con il sapere scientifico umano: nella sua illustre carriera, fu padre costituente, membro del primo Parlamento della Repubblica, docente universitario, direttore dell’Ingv, vicepresidente dell’Euratom. Un impegno che non lo ha distolto dalla sua famiglia né dal professare quella fede per cui ancora oggi è un punto di riferimento etico e religioso.

Proprio per questa occasione, la Diocesi di Senigallia celebrerà il venerabile Enrico Medi domenica 26 maggio, alle ore 18, con una messa in suo ricordo nella chiesa dei Cancelli in via Arsilli, a Senigallia. A celebrarla sarà il vescovo Franco Manenti. Un appuntamento che conclude un ciclo di eventi dedicati alla memoria dello scienziato.

Per lui, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto mandare un messaggio ai giovani, in occasione dell’evento a Belvedere Ostrense del 18 maggio scorso, sottolineandone il «segno» e la «preziosa eredità» lasciati «nel percorso della nostra Repubblica», sempre attento al «dialogo in vista del bene comune».

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