Senigallia

Diritto alla casa, a Senigallia continua la battaglia politica di Arvultùra

Avviata la raccolta di segnalazioni e denunce su case popolari non assegnate, sfitte e affitti estivi insostenibili: «Per un modello di città diverso, più giusto e solidale»

L'iniziativa sulla casa lanciata da Arvultùra a Senigallia
L'iniziativa sulla casa lanciata da Arvultùra a Senigallia

SENIGALLIA – Il tema della casa è da tempo al centro di azioni dimostrative e politiche dello spazio autogestito Arvultùra. Lo scorso dicembre, si ricorderà, c’era stata l’iniziativa simbolica dello striscione sull’albero di natale in piazza Roma, ma prima ancora c’erano stati altri momenti di sensibilizzazione sul diritto all’abitare. Tra gli argomenti c’è stato anche il contributo affitti. Dopo i tagli decisi a livello nazionale e poi riversatisi a cascata a livello regionale e locale, la sua reintroduzione da parte del Comune di Senigallia è stata salutata con favore, vista come un successo dopo la lotta politica di Arvultùra. Ora si apre una nuova fase.

Il tema è sempre quello delle case sfitte e degli affitti estivi, una “grana” per Senigallia da anni alle prese con fenomeni anche speculativi. La seconda fase della battaglia politica degli attivisti senigalliesi di Arvultùra prende le mosse proprio da qui, da una tendenza all’affitto breve, considerato più remunerativo e, forse a volte, anche meglio occultabile al fisco, che di fatto però “caccia” molti concittadini. E l’altro fronte è quello invece delle abitazioni popolari non utilizzate o in cattive condizioni manutentive.

A farne le spese sono soprattutto i giovani che non riescono ancora – ma non sono i soli – ad accedere al mercato immobiliare delle compravendite per via dei prezzi stellari e non trovano nemmeno abitazioni in affitto: «Stiamo mettendo in campo un ambizioso progetto con l’obiettivo di restituire alla comunità il diritto alla casa, attraverso una campagna politica che mira a denunciare lo scandalo delle case sfitte e a lottare contro la precarietà abitativa causata dagli affitti estivi» sostengono da Arvultùra.

Il primo passo sarà proprio quello di raccogliere segnalazioni da parte dei cittadini su case popolari lasciate vuote, in stato di abbandono o non assegnate dall’ERAP. «Saranno il punto di partenza per creare un dossier pubblico che renda visibile lo stato di degrado e l’inerzia delle istituzioni. Con il dossier alla mano, avvieremo una vertenza politica rivolta all’amministrazione comunale e all’ERAP, chiedendo la mappatura completa delle case popolari sfitte e in degrado, un piano urgente di riqualificazione, la messa in sicurezza degli immobili e assegnazioni trasparenti e tempestive».

Il secondo obiettivo è quello invece di contrastare gli affitti estivi e garantire la continuità abitativa. Una situazione definitiva «insostenibile». «Molti proprietari preferiscono affittare le case ai turisti durante l’estate, spingendo fuori gli inquilini residenti per tre mesi all’anno. Questo fenomeno, oltre a creare una forte precarietà abitativa, contribuisce all’aumento dei prezzi degli affitti, rendendo sempre più difficile per i cittadini trovare una casa stabile. Vogliamo raccogliere le testimonianze di chi vive questa situazione: Queste storie saranno la base per costruire un coordinamento cittadino che possa portare il problema all’attenzione delle istituzioni locali e regionali».

Per tutte le informazioni e partecipare a questa iniziativa che gli attivisti definiscono una «lotta per restituire alla comunità ciò che le appartiene, per un modello di città diverso, più giusto e solidale» si può consultare il sito: www.dirittoabitaresenigallia.it.